A Rue di Pramollo c’è una chiesa. Ma mentre le altre sono sempre in vista e nei posti più belli, quella l’hanno costruita in basso, nascosta quasi in una buca.
Forse per questo l’han fatta più bella.
Come le statue di facciata che prime accolgono il passante. Con visi da persone umane e non da santi. Barbara dolcissima a proteggere i minatori e pure Maurizio, benché armato, sorridente in pace.
Un bel segno, un invito a entrare. Accogliente la chiesa, semplice e serena, come forse aggrada a Dio, solenne a dire di pensare.
E poi il campanile. Altissimo per giungere alle campane, per salire a trovarle. Per toccarle, carezzarle, portare loro un sorriso, a loro che da secoli salutano quanti passano. Loro che son state sempre nel vivo della gente. Loro che per secoli hanno chiamato per gioia e per dolore. Loro che sono state incolpevole motivo di crudeli guerre tra fratelli in tempi andati. Loro che hanno pianto per i miei fratelli straziati dai nazisti. Loro oggi finalmente quiete.
Possano soltanto più suonare pace, le campane di Pramollo, custodite in basso dai fanciulli Barbara e Maurizio, forse santi, ma dal volto umano.
Le campane di Rue
on 27 Febbraio 2014
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