L’importanza di San Giovanni

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Il 24 giugno è San Giovanni. Oltre, se si raccolgono le ciliegie, bisogna sapere che hanno il gianin, il verm, cioè la larva di una piccola mosca. Legge dei miei vecchi.
A San Giovanni, inoltre, nei prati fioriscono i gigli; di San Giovanni, ovviamente. Arancio arancione più dei colori d’Olanda, colorati belli a macchiare l’erba, le rive, a volte le risicate e magre strisce di terra nelle fessure di rocce a picco, buone solo per gli uccelli, dove gli uomini non riescono a strapparli e dove fanno mostra di se, rinnovandosi ad ogni inizio d’estate, per la gioia del cuore.
Perché i gigli di San Giovanni sono così belli che se li vedi una volta non li dimentichi più e ogni anno li cerchi per averne una carezza agli occhi.
Io sorrido sempre ai gigli arancione quando li incontro, se nessuno mi sente li saluto pure, mi arrabbio quando qualcuno li strappa e sono triste se la pioggia li rovina. Sono fatto così, un po’ strano, forse stregato, magari proprio dai gigli di San Giovanni che ho incontrato la prima volta, tanti anni fa, quand’ero bambino.
Ma no, niente magie. Anche se la bellezza strega sempre, è vero, ma di bene.

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