Una chiesa, una fonte e una cantina

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Puà di Garnier
Puà di Garnier

Garnier: un nome, una lozione, una crema.
Chi non conosce le mille magie della Garnier? Per il viso, per la pelle, per i capelli, per tutto. Una meraviglia, appunto, una magia.
Ma ce n’è un’altra di meraviglia magica che porta quel nome. Da ben prima.
È una terra, un vallone, un insieme di villaggi che, chi guizza correndo la Val Chisone, nemmeno immagina. Perché sono nascosti, timidi, discreti; non sguaiati: belli.
Tra questi Poa, che abbiamo visto scritto Pöa, che un signore conoscitore del posto ha pronunciato Puà.
Puà non è un grande villaggio, però ha una chiesa, ma non abbiamo capito a quale santo è dedicata.
Con un campanile speciale e una croce e una campana piccole piccole, perché al Cielo, se del caso, non serve una gran voce per chiamare.
Ma non finisce qui. C’era anche un’osteria, a Puà, quasi di fronte a una grande fontana, con una insegna bellissima dall’ortografia pure lei speciale: “Cantina del Coll’della Buffa”. Il Colle è quello che porta a Ovest nell’altra valle, Germanasca, o di San Martino se più vi aggrada, a Bovile, dopo aver attraversato il vallone, il Rio Garnier e risalito l’impervia china. E stando alle carte, non c’è nemmeno un sentiero che lo attraversi, quel colle.
Chissà cosa aveva di speciale per meritarsi l’immortalità di nome nell’insegna di un’osteria, o meglio, di una cantina.
Non ci è dato sapere. Come il significato di mille altri particolari che si leggono sulle case, nelle pietre delle vie e sui muri interni della Chiesa. Che abbiamo trovato aperta, accogliente e pulita. Da vera casa del Signore.

La cantina di Puà - Garnier
La cantina di Puà – Garnier

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