C’erano una volta…

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Vairone
Vairone

Quando il caldo aumenta verso il suo apice estivo, mano a mano che le nevi in montagna si assottigliano, i torrenti diminuiscono di portata mostrando buche d’acqua limpida su ghiaie pulite dalle piene primaverili. È il momento di osservare i pesci, o alcuni, almeno, perché i più grandi, con acqua scarsa, restano nascosti di giorno per uscire in caccia soltanto la notte; le trote, ad esempio.
Sono i vaironi a farla da padroni sulla scena acquatica; sono ovunque nella bassa valle; gli adulti in acque profonde, i giovani di qualche mese più verso riva e gli ultimi nati quasi sulle sponde, dove l’acqua è calda e alta pochi centimetri.

Vairone
Vairone

Tutto questo dove i torrenti sono integri, o non troppo rimaneggiati. Cioè praticamente in nessun luogo, in Val Chisone. A causa di arginature, captazioni, centraline: indifferenza.
E dire che Papa Francesco è stato chiaro nelle sua Enciclica “ LAUDATO SI’“. Lo è stato rispetto a tutte le creature, pesci compresi.
Quando si analizza l’impatto ambientale di qualche iniziativa economica , si è soliti conside¬rare gli effetti sul suolo, sull’acqua e sull’aria, ma non sempre si include uno studio attento dell’im¬patto sulla biodiversità, come se la perdita di al¬cune specie o di gruppi animali o vegetali fosse qualcosa di poco rilevante. Le strade, le nuove colture, le recinzioni, i bacini idrici e altre costru¬zioni, vanno prendendo possesso degli habitat e a volte li frammentano in modo tale che le popo¬lazioni animali non possono più migrare né spo¬starsi liberamente, cosicché alcune specie vanno a rischio di estinzione. (35-pag. 29)
Dell’Enciclica “LAUDATO SI’” non si è quasi parlato nel nostro bigotto paese. Peccato, in senso assoluto, anche Cattolico.

Il torrente Chisone a Villar Perosa
Il torrente Chisone a Villar Perosa

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