La cascata più bella

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Attraverso i rami dei faggi.
Attraverso i rami dei faggi

In inverno per salire alla Cascata del Pis si parte dal villaggio del Cit Passet. Val Germanasca, Massello.
Poi, strada asfaltata fino a Balziglia, da percorrersi anche al buio, se si vuole. Per essere su prima.
Si è oltre Clot del Mian quando giunge il sole. Rosso, come se al suo sorgere la luce fosse restia a scacciare il buio e se ne vergognasse.
Lontano, verso il cielo, schermata dai rami di alcuni faggi, si scorge la cascata. Il suo ghiaccio, perché in questo inverno estivo di acqua ce n’è poca; ma basta a fare ghiaccio; un po’.
L’acqua, anche quando appare vinta, sa esprimere le cose più belle, di colori, di iridi, di sculture di vapore e di ghiaccio, se serve.
Piano piano la cascata si avvicina mentre la luce si fa vera e il giorno sale grande.
Si vede bene, ora, l’acqua che cade, quasi senza musica, piccola com’è.
Attorno è tutto silenzio. È un inverno bislacco anche nei suoni.
Non un uccello a popolare le praterie d’erba secca. Pochi stambecchi al pascolo; e non sembrano innamorati come dovrebbero in questa stagione.

Stambecco
Stambecco

Torneranno ugualmente gli stambecchini a primavera?

Una macchia timida di genzianelle conferma che il mondo, questo inverno, è al contrario.
Ma è dolcissima.

Genzianelle
Genzianelle

Una macchia azzurra e forte. Di buon auspicio.
Di pace nella valle della cascata più bella.
A dire che il prossimo anno sarà migliore.
Forse.

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