L’alluvione è passata

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L'aumentata pendenza dell'alveo a Inverso Pinasca
L’aumentata pendenza dell’alveo a Inverso Pinasca

Ringraziando, chi può, d’aver evitato il peggio, e aiutando chi invece il peggio l’ha subito, è il momento della riflessione.
È il momento d’andare a vedere di persona lungo le sponde, ora che la viabilità è quasi normale. Evitando il pessimo gusto del turismo fotografico di sciagura. Chi ancora è in difficoltà lasciamolo in pace. Ci sarà tempo più in là per quei luoghi.
È il momento di osservare dove la normalità è tornata. Ora si vede come agisce l’acqua, quali sono i suoi meccanismi, come si innescano le erosioni, come si propagano. Ora si vede quanto materiale in poco tempo viene trasportato, quanta strada compie, le dimensioni dei massi. Ragionando di geologia è perfino possibile scoprire da dove arrivano i grandi massi, da quali zone, da quali versanti, se li ha portati l’acqua o il ghiacciaio millenni fa.

Inverso Pinasca: l'alveo si sposta a destra
Inverso Pinasca: l’alveo si sposta a destra

Il torrente dopo l’alluvione è un libro aperto.
È possibile capire, ora, per evitare errori domani; per evitare di sottovalutare le forze che a sorpresa possono chiamarci in causa. È possibile capire, ora, quanto grandi siano le forze che possono scatenarsi in poche ore coinvolgendoci in prima persona, perché nessuno può chiamarsi fuori.
In molti luoghi si vedono i segni delle costruzioni umane, dei ripari e delle scogliere; grandi massi squadrati spostati di centinaia di metri, tondini di acciaio di parecchi centimetri di diametro divelti come fuscelli.
Si vede l’aumentata pendenza dell’alveo in molti punti dove, nella prossima alluvione, sarà maggiore la velocità, e la capacità erosiva; si vede dove il torrente è diventato piatto: lì forse uscirà.
Si vedono anche i rifiuti. Diminuiti rispetto alle alluvioni precedenti. Un bel segno. Forse siamo più educati.
È il momento di guardare con attenzione e umiltà, per imparare, senza inutilmente recriminare.
Lo facciamo in punta di piedi.

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