Il mistero della nebbia

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Settembre è mese dolce che segna il passaggio dall’estate all’autunno. Mese magico per la montagna che svuotata del grande flusso turistico estivo si raccoglie nel silenzio in attesa del rigore invernale.
Percorrere i sentieri montani in questo periodo vuol dire avvicinarsi al silenzio che la montagna propone.
Lungo il tragitto che da Selleiraut, nel comune di Roure, conduce al rifugio Selleries si incontrano poche persone e con esse si condivide la voglia di tacere per volgere tutta l’attenzione a ciò che ci circonda.
Il terreno è riarso, l’estate particolarmente asciutta non è stata clemente con i pascoli posti intorno alle miande Ors e le narici percepiscono l’inconfondibile odore di erba secca.
Il cielo, che sin dal mattino non mostrava l’azzurro assoluto a cui ci eravamo abituati durante l’estate che volge alla fine, si copre di un velo grigio opalescente e pian piano dal fondovalle sale la nebbia. Una nebbia che non sa di pioggia, di umidità o di freddo ma un semplice manto grigio che copre scorci di valle, di cime, di pascoli e di sole.


C’è mistero nella nebbia, non perché avvolge tutto e nasconde, bensì perché scopre a volte piccoli parti di mondo che mai avevi osservato: alberi piegati dalla forza del vento o dalla potenza della neve, massi curiosamente addormentati su un pendio spoglio di ogni cosa, cime arrotondate che paiono colline nel posto sbagliato. C’è dolcezza nella nebbia che giunge silenziosa quasi per non turbare l’animo.
All’improvviso compare un cartello sul quale è indicata la direzione per la “Scuola dell’Alpe”. Se segui il percorso trovi una falesia che porta questo curioso nome sulla quale i principianti possono sperimentare i primi passi verso l’arrampicata. La salita è percorribile anche dagli ipovedenti.
Il rifugio Selleries emerge dalla nebbia e pian piano anche le vacche al pascolo compaiono alla vista: il grigio abbandona l’orizzonte e l’azzurro del cielo ferisce gli occhi per la sua purezza.
I fiori dell’alpeggio posto poco sopra il rifugio hanno colori sgargianti e sembrano sfidare l’autunno che ci è parso di intravvedere nella nebbia del mattino. La nebbia e i fiori. Il grigio e il colore. Sembra una metafora della nostra vita.
(C. Reymondo)