Il coccodrillo di Fontane

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Il villaggio di Fontane
Il villaggio di Fontane

È incredibile l’autunno. Dall’oggi al domani mutano i suoi caldi colori e dove ieri era appena un lieve ingiallire compare oggi un rosso sfolgorante contornato da ciò che rimane del ricordo dell’estate.
Non della meraviglia di un paesaggio autunnale vi voglio parlare oggi poiché è assai meglio uscire dalle case e incamminarsi in un qualsiasi bosco per gioire della sua bellezza.
Vi voglio invece raccontare di un’altra piccola bellezza, un breve sentiero che unisce la località dove si trova la miniera Paola all’abitato di Fontane.
Proprio poco oltre l’ingresso di questa miniera, visitabile da marzo a novembre con un tour mozzafiato che, prima con un trenino poi con una breve camminata, ti conduce nel buio della montagna dove per anni, ed ancora oggi, venne estratto un talco fra i più puri del mondo, parte il nostro percorso. Mi piacerebbe raccontarvi della miniera e soprattutto della genialità di quest’idea di renderla visitabile a tutti poiché mi permetterebbe anche di ricordare il carissimo amico che con tenacia e intelligenza creò tutto questo. Un giorno sicuramente lo farò perché in questi ultimi tempi, dove scarseggiano le iniziative e le visioni a lungo termine dei progetti, parlare di ciò che è stato fatto può risvegliare le coscienze e chissà forse anche le intelligenze un po’ sopite.
Accanto all’edificio che fu anche scuola elementare parte dunque il sentiero. Macchie d’ombra su un tappeto di foglie accartocciate accompagnano i nostri passi mentre sull’altro versante compare Crosetto, paese di minatori anch’esso.

Il villaggio di Crosetto
Il villaggio di Crosetto

Nel bosco cresciuto intorno al sentiero appare una piccola casetta, bianca, con mura e tetto ancora in buono stato nonostante si possano intravedere i segni del tempo nelle imperfezioni delle superfici. Non è una casa comune. È una polveriera. Un luogo dove veniva conservata, lontano dalla miniera e dal paese, la scorta di dinamite che serviva per le “volate”, le esplosioni che frantumavano la roccia e mostravano il biancore del talco.
Più in alto compare un altro edificio, più grande e decisamente più in rovina. Gli alberi si sono impossessati dei suoi spazi crescendo in ogni dove. Negli anni della forte emigrazione interna dal sud, quando la casa si ergeva nel sole, sembra che essa sia stata la dimora di una famiglia siciliana. Orizzonti diversi da quelli della Sicilia, un’altra lingua, una profonda nostalgia e tramonti meno infuocati avranno sicuramente accompagnato la vita di quelle persone. Una storia di migrazione come ce ne sono tante. Mi piace sapere che qualcuno si è ricordato di questa famiglia, il cui padre ha sudato fianco a fianco con i valligiani il pane e la speranza.
Dopo poco cammino si raggiunge Fontane con la sua ampia piazza e le sue case che sembrano volersi raccogliere intorno ad essa. C’è anche un coccodrillo a Fontane, di scorza di pino, adagiato sull’erba. Non è pericoloso e il gattino giocherellone gli passa sul naso con noncuranza.
(C. Reymondo)

Il coccodrillo di Fontane
Il coccodrillo di Fontane