Toùaro, Bâtìo e Coumbocrôzo

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Bâtìo

Una gradevole passeggiata è quella che ci porta oggi a scoprire tre piccole borgate del Comune di Perrero, poste sulla sinistra orografica del torrente Germanasca. Torre, Bastia e Combacrosa sono i nomi scritti sui cartelli stradali anche se da secoli sono note con i lori nomi locali: La Toùaro, la Bâtìo e Coumbocrôzo.
Saliamo lungo la strada carrozzabile che parte poco sopra il ponte Batterello anche se il sentiero, una mulattiera lastricata, si inerpica sulla montagna proprio partendo a fianco di questo ponte.
La Toùaro ha un passato importante. Lì si trovava una fortificazione forse realizzata nel XIV secolo. La posizione infatti è strategica, nel contempo sbarramento ed ingresso della valle. Notizie certe di questa fortificazione risalgono all’anno 1561 quando il conte della Trinità intraprende una campagna contro i valdesi. Alla “Torre de li Banchetti”, come viene chiamata in un documento, arriva addirittura una guarnigione e un comandante. Nei decenni che seguono però la fortificazione viene abbandonata per dare più importanza alla postazione che si trova in posizione opposta, il Fort Louis.
Di quella fortificazione, “La Torre de li Banchetti”, non resta quasi nulla, salvo una cavità che forse era una cisterna. Dal luogo ove sorgeva però la vista sulla valle è grandiosa.
Lungo la strada per la borgata, muretti a secco, piccole costruzioni a servizio dei lavori agricoli e ciò che resta delle viti che un tempo venivano coltivate ci parlano di lavoro compiuto con perizia.
Poco più su la borgata Bastia con la sua antica scuola Beckwith che ancora conserva l’armadio a muro, il caminetto, i colori alle pareti e chiudendo gli occhi pare di sentire quel sottile “profumo” di scuola che noi tutti ricordiamo. La borgata mostra angoli graziosi pur nell’abbandono che la contraddistingue.
Più su ancora l’ultima borgata posta a fianco dell’omonimo corso d’acqua, Combacrosa. Da lì parte un sentiero che conduce direttamente a Bovile e con una deviazione a Villasecca. Questi sentieri sono stati calpestati da mille e mille passi che li hanno percorsi. Camminare sui sassi che li compongono è come fare un tuffo nella storia delle nostre valli e sempre più cresce il desiderio di conoscere piccoli luoghi e piccole vicende.
Al ritorno, circa a un centinaio di metri sopra il torrente Germanasca scorgo un edificio posto proprio a fianco della comba. Incuriosita mi avvicino e scopro l’antico mulin La Toùaro. A fianco della porta d’ingresso è incisa la data di costruzione “1892”. Fu Enrico Grill, barbou Enrì ‘d la Toùaro, a costruirlo e lo fece funzionare fino agli anni venti del 1900. Le macine, ancora visibili all’interno dell’edificio, macinavano grazie all’energia dell’acqua della comba che veniva deviata poco a monte in un piccolo bacino di accumulo, chiamato “gouërc”.
Tre piccole borgate e tanta storia, di quella che si trova nei libri ma anche di quella più semplice eppur importante per chi qui ha vissuto. Mi ricordo così di una persona cara che un giorno mi ha raccontato che da La Toùaro raggiungeva la scuola elementare a Chiotti, in un percorso che durava più di un’ora. Non potendo ritornare a casa per il pranzo si portava “qualcosa” da mangiare nella pietanziera. Durante la stagione fredda però veniva ospitata per il pranzo da un’amica della mamma. “Così mangiavo una minestra calda e soprattutto stavo al caldo per una bella ora prima di ricominciare la scuola. Sovente tornavo a casa che era quasi buio. Tutti i giorni io e i miei fratelli facevamo quella vita lì eppure eravamo felici”.
La Toùaro che aveva visto le battaglie di religione, gli eserciti, le divise e le fortificazioni, ha visto anche il sorriso felice di una bambina che tornava da scuola.
(C. Reymondo)

Coumbocrôzo

 

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