Nuovi colori

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Il sole è ancora cocente, rovente a tratti, ma alla sera e al mattino la luce si fa avara.
La notte il fresco comincia ad uscire, almeno in montagna, e accompagna le mucche che non smettono di pascolare nemmeno col buio.
I canti degli uccelli sono scomparsi da tempo e soltanto rari fischi di falchi, che annunciano l’inizio della migrazione, punteggiano l’aria.
L’estate volge lentamente al termine.
Un tempo si diceva che dopo il 15 di agosto era finita, ma oggi è tutto diverso, il clima fa quel che gli pare, offeso e imbizzarrito dalla nostra sfacciataggine.
Sono i colori a dire, tuttavia, che qualcosa sta cambiando, anche in barba al clima mutato.
Perché la natura impiega tempo a cambiare e per lei, adesso, è tempo d’estate che volge all’autunno.
I verdi intensi si son fatti da parte per lasciare spazio ai rossi e ai gialli, che non sono d’autunno, ma nemmeno di piante rigogliose d’inizio estate. Le foglie sono stanche, tante si sono usurate e cadono anzitempo al suolo; le altre hanno perso lucentezza.
Il blu è intenso profondo. Fino a qualche tempo fa era pallido e anemico. Ora splende.
Assieme ai frutti di sorbo; sono loro a dire che il tempo delle vacanze sta per tramontare.
Assieme ai rari fiori su cui si affrettano sempre più impazienti gli insetti. Per loro, ora, chi trova un fiore, trova davvero un tesoro.
Qualche turista indugia ancora, ma con delicatezza. Restano i segni dell’orda che è passata: gli immondi fazzolettini lasciati ovunque, ma al riparo dei cespugli, ché buttare rifiuti non sta bene e si devono nascondere un po’. Sarà la prima pioggia a nasconderli meglio, chissà quando, e occorrerà tempo per cancellare la maleducazione dal suolo: nei cuori invece resterà. Per il prossimo anno.
Inizia una stagione di pace. Una stagione di colori più dolci e gentili, che non graffiano e che sussurrano dolcezza.
Per riscoprire il riposo ed i sogni, per inseguirli assieme al volo dei falchi, che vanno verso una nuova primavera in terre oltre il mare.
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