Imparare dagli asini

con Nessun commento

Sul territorio del comune di Salza di Pinerolo, Val Germanasca, c’è un alpeggio dal nome singolare. Si chiama Alpe Penna anche se la gente del posto la chiama da sempre
“l’ Alpe”.
In una giornata dal tempo incerto mi incammino verso questa bergeria dove so di trovare una gentilissima famiglia che ama il proprio lavoro e conosce il significato dell’accoglienza.
Dalla borgata Coppi, “Lì Coup”, si prende la sterrata che ripidissima in alcuni tratti porta all’inizio del sentiero.
Anche il sentiero è davvero ripido. I tornanti aiutano a riprendere fiato. La fatica è ricompensata però da ciò che lo sguardo vede. Superbi ma non presuntosi faggi uniscono le loro chiome ad altre latifoglie e alle conifere creando un bosco suggestivo di frescura e tranquillità. Antiche radici incontrano muretti a secco e scalini di roccia.
Poi il viottolo prende fiato, diventa leggero. Sull’altro versante si ode ancora la voce dell’inverno. Una valanga spalanca la sua bocca da cui gocciolano grumi di ghiaccio.
Un cartello indica la possibilità di accedere all’Alpe da due percorsi. Scelgo quello di sinistra e cammino su un sentiero che in altra giornata godrebbe di sole e di calura.
Agli occhi appare, quasi d’improvviso, l’Alpe Vialetti che precede la mia metà. Un tempo questa bergeria era abitata durante l’estate ora invece è chiusa. Chiusa ma non lasciata in solitudine. Poco lontano scorgo quattro simpaticissimi e curiosissimi asini che pascolano e mi osservano.
Nuvole sempre più scure nascondono quel poco di azzurro che un cielo ancora estivo cercava di mostrare. Oggi non raggiungerò l’Alpe Penna.
Cammino verso gli asini percorrendo così l’altro sentiero che con un anello mi ricondurrà verso Lì Coup. L’Alpe Vialetti rimane là in alto, testimone di antichi lavori, di silenzi, di gioia e dolore di questa terra.
Gli asini osservano ogni mio gesto. Mi seguono con lo sguardo. Comunicano con le loro movenze la perfetta armonia che li lega a questi pascoli. Sono animali intelligenti che da soli sanno pascolare e tornare alla stalla, che non mostrano aggressività se non necessaria e che sanno osservare per capire. C’è qualcosa da imparare da un asino.
(C. Reymondo)
(Guarda le immagini)