La capinerina

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Maria Grazia e Daniele sono due nostri amici che hanno una casetta in montagna. Di quelle dove bisogna accendere la stufa per scaldarsi e attingere l’acqua fuori alla fonte. Immersa nel verde d’estate e nel bianco in inverno.
Nella bella stagione bisogna tagliare l’erba, altrimenti copre tutto e diventa persin difficile avvicinarsi all’entrata.
Un giorno, parecchie settimane fa, i nostri amici si sono recati alla loro casetta e, giunti presso l’alloro che cresce vicino alla porta, hanno intravisto un uccellino sfrecciare via impaurito alla velocità della luce.
Tra le frasche un piccolo nido con cinque ovetti.
Per non disturbare, quel giorno non hanno tagliato l’erba.
Tornati 15 giorni dopo, nel nido c’erano 5 piccoli tutti nudi.
Niente taglio d’erba anche questa volta per non disturbare i genitori che s’affaccendavano frenetici nel portare cibo al nido.
E l’erba cresceva.
Altre due settimane e nell’avvicinarsi alla porta di casa, Maria Grazia e Daniele assistono alla fuga disordinata dei piccoli, cresciuti, vestiti e ormai capaci di volare. Tutti tranne uno, che rimane qualche istante impigliato nei rametti, così che c’è il tempo perché ci scappi una foto ricordo.
In un attimo sono tutti scomparsi, e non li hanno più visti, né loro né i genitori.
Si saranno salvati? – ci ha chiesto Maria Grazia che ci ha inviato le foto.
Certo, le capinere si comportano così; disperse hanno maggiori probabilità di sfuggire ai predatori. È la loro strategia.
Tra qualche tempo sentirete di nuovo il papà cantare invisibile nel più fitto dei cespugli.
Adesso potete tagliare l’erba tranquillamente. Chissà quant’è cresciuta.
Se non basta la falce, cari amici, usate la roncola…
Ma ne sarà valsa la pena.