In piedi sopra San Benedetto

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Chi ha inventato le valli è rimasto tanto colpito dalla bellezza della sua opera, che ha subito deciso di fare dei balconi da dove tanto capolavoro potesse essere ammirato dagli umani.
Così lo rispetteranno, pensò.
È per questo che ogni valle ha un certo numero di punti, elevati ed esposti, da dove lo sguardo e il pensiero possono spaziare.
In Val Chisone il primo di questi pulpiti è sul Monte San Benedetto. Appena entrati, verso Est. Da lì la vista vola; a monte dove la valle subito s’incurva a nascondersi lasciando fuori soltanto il vallone di Pramollo, e dall’altra sulla pianura, che però non si vede mai, perché è in pieno Sud e il sole ti martella sempre gli occhi. Bisogna starci in piedi, su San Benedetto, tanto è stretto. Ma per fortuna è roccia buona quella, d’una montagna fatta tutta d’un pezzo. La chiamano diorite, nome strano per dire Pietra del Malanaggio; e là in basso c’era un cava per coltivarla e farne cose belle, di quella pietra.
Oggi gli scalpellini arrivano da lontano e parlano lingue ignote e diverse da quella dell’antica pietra; così si capiscono male e non fan più cose preziose.
Meno male che San Benedetto è già fatto, e per far volare il cuore basta starci sopra in piedi, stretti stretti.

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