Il salice più bello

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I salici sono piante speciali, che il Cielo ha inventato per tenere a bada i fiumi e i torrenti affinché l’acqua non morda troppo la terra. Perché il Cielo è saggio.
Se gli uomini, per contro, non fossero tanti stupidi, invece d’erigere arginature lungo i torrenti, pianterebbero salici. Risparmierebbero e sarebbe tutto più bello. Certo bisognerebbe anche rispettare i torrenti, lasciando loro un po’ di spazio e disseminarli un po’ meno di rapaci centralacce…
Torniamo ai salici.
Quando il Cielo fa qualcosa lo fa perfetto, e a volte ci gioca pure un po’. Perché il gioco è celestiale, cioè tipico del Cielo.
Coi salici ha giocato molto, e ne ha fatti di tanti tipi, di alti alti a grattare le nubi vicino alla grande acqua del Chisone, di medi, e di bassi bassi e grattar le pietre per difendersi dal vento su in montagna.
Fioriscono presto perché vogliono essere loro a salutare la primavera: quello delle capre anticipa persino le frettolose primule e, spesso, come loro, si becca la neve a gelargli i fiori. Ma resiste stoicamente e l’anno successivo rifà tutto uguale.
C’è però un’eccezione. Un salice non alto e nemmeno basso che fiorisce in un lungo tempo, da marzo a maggio, con fiori gialli belli belli color oro, che se non lo sai che sono loro, non pensi nemmeno sian di salice.
È il salice dei cesti. Salix triandria: ignominioso, affibbiare un nome così a una pianta tanto dolce.
I nonni, prima dell’avvento della plastica, li usavano per intrecciare cesti e cestini, cavagne le chiamavano, e servivano per metterci i funghi, le uova, la colazione e tutto quel che avevan di prezioso.
Non inquinavano ed erano per davvero a chilometri zero.
Bisognerà tornarci a questi salici da cesti, e riscoprire l’antica arte di intrecciar cavagne.
Un altro uso che spesso si faceva dei salici è caduto nell’obblio, e meno male: servivano, i rametti più sottili, a ricamare le gambe e a richiamare con dolore i bambini troppo vivaci a star tranquilli, e a compier con coscienza il dovere loro.
Meno male che quest’uso è caduto nell’obblio. Meglio parlare e raccontare che usar le mani.
Eppure un’eccezione si potrebbe fare: usarlo ancora per i politicanti inetti e parassiti; per indurli ad esser giusti.
Il mondo, se questo uso avesse spazio, sarebbe d’incanto coperto di fiori gialli come l’oro, da marzo fino a maggio, e sarebbe davvero un bel vedere.


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