Non sparate sul fagiano

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I fagiani sono tra gli animali più belli delle montagne delle Valli Chisone e Germanasca.
Su in alto ma non troppo, dove ci sono ancora alberi e cespugli.
Fagiani di monte per la precisione, o anche galli forcelli, per via della strana forma a lira, o forcella, della coda dei maschi; che differiscono tantissimo dalle femmine, in colore e forma delle timoniere. I maschi sono neri lucenti e bianchi, con sopraccigli (caruncole) rossi, le femmine hanno abito meno appariscente, sul marroncino fulvo, per non essere scoperte quando sono in cova al nido. Hanno soltanto i sopraccigli rossi in comune con in maschi, però più piccoli.
Ma quello che ha posto i fagiani di montagna nell’olimpo del mito non sono i sopraccigli rossi, bensì le arene.
A maggio, giorno più giorno meno, i fagiani si ritrovano assieme in luoghi particolari e precisi, detti arene; lì i maschi se le suonano di santa ragione, senza per altro giungere a conseguenze estreme, fatto che li distingue dagli uomini. Devono decidere chi è il migliore, il più bravo. E quello avrà diritto a scegliere la femmina più bella. Anche in questo sono diversi dagli umani, dove spesso la scelta non dipende dalla bravura, ma dal livello del conto in banca.
Le arene sono note per lo più ai cacciatori, che tengono strettissimo il loro segreto. Per proteggere gli animali, che non siano disturbati in una fase delicata come quella riproduttiva. Poi però in autunno imbracciano il fucile e li uccidono. Già, perché in questo paese da burla per quanto riguarda l’ambiente, i fagiani di monte si possono cacciare. Seconde certe regole, opinabili, ma si possono cacciare. Basta pagare.
Che bello se gli uomini, come i forcelli, valessero soltanto per quel che sono e sanno fare e non per quel che possono pagare. Il mondo sarebbe più bello e… vuoi scommettere che nessuno più, ai fagiani, si sognerebbe di sparare?
(immagini di Fabrizio Moglia).

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