La sfinge di San Germano

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Sfinge della vite
Sfinge della vite

Sfinge. Nome esotico a evocare piramidi, faraoni e divinità solari. Cleopatra. A evocare i primi studi sui banchi delle elementari, con entusiasmo e orizzonte aperto davanti agli occhi. Ma sfinge è anche una farfalla, anzi, parecchie farfalle, notturne naturalmente, per assonanza all’aura di mistero che è d’obbligo per chi parla di Sfinge, cioè d’Egitto.
Sfinge è il primo nome di molte farfalle notturne; il secondo è uguale a quello di una pianta, quella delle cui foglie si nutrono i bruchi. Sfinge del convolvolo, dell’euforbia, del pero e cento altre. Impossibile e inutile elencarle tutte. Sono tante, sono grandi e spesso colorate. Ma che se ne fanno dei colori se volano di notte? È un mistero, come la Sfinge, appunto.
Quella delle immagini – di D. Avondet – è la sfinge della vite. E dove le trovano in Val Chisone, le viti? A Pomaretto, perché altrove, pur se un tempo numerose, non ci sono più.
Quella delle foto, però, è stata sorpresa a San Germano Chisone, dove le viti sono davvero poche: qualche tòpia, pergolato, e tutto finisce lì.
Ci dicono però gli studiosi che, in mancanza di viti, i bruchi si accontentano dell’epilobio e di altre piante ancora. Meno male, sennò addio sfinge.
Sarebbe un peccato, com’è peccato perdere ciò che è bello e curioso, e pure misterioso, perché induce a pensare. E cercare.

San Germano Chisone
San Germano Chisone

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