Signor Progresso, ridammi il grano!

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Frumento maturo
Frumento maturo

Un tempo, di questa stagione, la scacchiera colorata delle pianure di fondovalle e di quelle prossime alle valli, aveva due tinte dominanti: il verde tenue giallino pallido di dov’era passata la falce a tagliare l’erba per il fieno, e il marroncino chiaro dorato dei campi di grano, prossimi alla mietitura.
Era tutto un lavorio di scrittori e poeti attorno ai campi del grano. Innanzi tutto perché belli e poi perché il pane, l’alimento base dell’uomo, giungeva di lì.
Da quella terra sorgeva un potente immaginario collettivo che univa le genti, e non c’era scolaro al quale non venisse spiegata la vita della spiga e del grano.
C’erano pure macchie azzurre di fiordalisi e altre vaste di rosso intenso, quelle dei papaveri, ad arricchire il quadro, a dare linfa e ispirazione agli scrittori ed ai pittori. E alla gente. Che quel frumento coltivava, seguiva col cuore e con l’anima, mitizzava.
Oggi fiordalisi e papaveri non ci sono quasi più, e anche i campi di frumento sono rari.
Mais. C’è mais e ancora mais, a coprire la terra e pure il paesaggio, perché lo sguardo che correva sulle messi oggi si infrange fatalmente sul muro di mais.
E nel mais non ci sono fiordalisi e papaveri e nemmeno animali. A nessuno piace vivere in un ambiente così monotono, senza luce e senza orizzonte. Niente quaglie, nel mais, e niente lepri coi leprotti; niente cutrettole e niente allodole. Nemmeno insetti. Tutto muto.
Scordate le lucciole e pure i grilli, i cri-crì.

Frumento non ancora  maturo
Frumento non ancora maturo

Oggi la gente non ha più fame come quando, unita, cantava il grano; è un bene, è il progresso.
Forse per questo oggi si mangia poco pane; perché rende obesi, l’apparenza fisica è la prima cosa; e per lo più si consumano panini, raffermi dopo poche ore dall’uscita dal forno.
Per le strade sono rare le botteghe dei panettieri a spargere gratis al vento il profumo delle micche e delle pagnotte.
Il pane si trova nei supermercati, avvolto nella pellicola perché non si infetti, non si sporchi. E non ha mai un segno, seppur piccolo, di bruciato.
È perfetto.
Senz’anima.
Noi siamo favorevoli al progresso. Evviva che non c’è più la fame. E ci piace pure la polenta col latte che viene dal mais oltre che dalle mucche.
Però, Signor Progresso, ridammi i miei campi di grano, qualcuno almeno, le macchie azzurre e rosse dei fiordalisi e dei papaveri; l’allodola che canta alta nel sole sulle spighe, il panettiere sporco di farina sveglio la notte per sfornare all’alba e il profumo di pane per le strade.
Per tutto questo accettiamo pure un po’ di fame.

Frumento a Perosa Argentina
Frumento a Perosa Argentina