Lu Ciabèrs

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Ciabèrs
Lu Ciabèrs

Lu Ciabèrs, Ciaberso, è un villaggio della Val Germanasca, di Massello.
Come quasi tutti i villaggi di quel luogo ha un nome bellissimo, che intriga, che attira l’attenzione senza che si capisca perché: forse perché somiglia a un gioco, o al versetto di un canto.
Ma la specialità di Ciaberso è un’altra: le chiese. Assieme a poche case, ne ha due, distanti qualche decina di metri soltanto.
Prima si incontra quella Valdese, austera ed essenziale, vicino al suo cimitero. La contorna una recinzione discreta, non atta a impedire il passaggio, ma a ricordare d’usare rispetto.
Poco sopra, la Chiesa Cattolica: il suo cimitero ce l’ha un più in basso, oltre la strada, a pochi passi. È aperta. Spinto l’uscio senza cigolii, accoglie in primo piano un’acquasantiera in marmo antico, con dentro un ricamo a sostenere una coppa di vetro per l’acqua, che ne basta poca a chi crede. A fianco un tavolo con un grande barattolo colmo di caramelle, a dare il benvenuto, e vicino un quaderno dove chi vuole può lasciare un saluto ai fratelli.

Le due chiese di Ciabèrs
Le due chiese di Ciabèrs

La Chiesa per la maggior parte del tempo è sola nel silenzio della montagna.
A metà navata ancora una cosa bella. Una stufa, con di casse di legna a portata, e due sedie confortevoli a guardia del confessionale. In altri cantucci fotografie e scritti a raccontare la vita di chi questo luogo frequenta, oppure a parlarne se non c’è più.
Non sembra d’entrare in una Chiesa; luminosa e a misura d’uomo è affettuosa e semplice, come forse è pure il Tempio Valdese. Niente sfarzi. Sembra d’essere nella quotidianità della propria casa, non in quella del Signore. Forse per questo, nella quiete, lì è facile pensare e, per chi crede, dev’esserlo il pregare.
Due chiese che si guardano all’infinito, ciascuna a modo suo; due chiese sorelle.
Soltanto i morti stanno divisi. La loro fede non s’incontra nemmeno all’eterno. Ma forse è questione di quanto usava un tempo, e di odierno amore per la propria storia.
Non possono essere divisi fratelli che pregano vicini tanto da potersi sentire quando cantano o ringraziano il cielo, o la lontana Cascata del Pis, coronata di neve precoce.
Perché forse è lei a tutelare la pace in quel luogo e a unire le genti nel tempo che, a Lu Ciabèrs, pare fermo.
Per non disturbare.

La Cascata del Pis
La Cascata del Pis

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