Vrocchi

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Vrocchi è una borgata di Perrero. Si trova in quel territorio che viene denominato Bovile.
Pochi abitanti ora, molti e molti di più un tempo. Una chiesa graziosa, colorata di azzurro e rosa che racchiude piccoli capolavori artistici realizzati da un parroco, don Giulio Ricchiardone, che per cinquant’anni resse la parrocchia. Don Giulio aveva una vena artistica non indifferente: le sculture in legno, l’organo realizzato con pezzi di grondaia e il soffitto della chiesa sono opera del suo ingegno. Don Giulio fu anche uomo di libertà e il suo contributo alla Resistenza si realizzò con l’aiuto nei momenti difficili ai partigiani.
Vrocchi possiede anche ben due scuole: una scuoletta Beckwith nel paese e una scuola statale poco fuori. Entrambe sono chiuse da tempo, ma nella scuoletta è sorto un museo dedicato a delle donne, le Diaconesse. Esse furono delle religiose valdesi, capaci di svolgere, nel loro ministero, delle attività di assistenza sanitaria, sociale ed educativa verso chi ne aveva bisogno. Perché un museo dedicato alle diaconesse a Vrocchi?
Il mistero si svela osservando la targa posta su una casa, molto ben conservata, collocata vicino alla chiesa. È la casa di Ida Bert, che visse a Vrocchi, studiò a Torino (dove esisteva una scuola apposita per preparare le diaconesse) e in Germania ed esercitò quest’attività negli ospedali evangelici di Milano e Genova. Ritornò definitivamente a Vrocchi quando la sua salute malferma le impedì di continuare a lavorare negli ospedali. Era il 1938. Non smise però di prestare la sua opera di assistenza e la valle intera beneficiò delle sue capacità. Fu donna di libertà anch’ella. Sovente, in muto accordo con il parroco, si prendeva cura dei partigiani feriti di cui don Giulio veniva a conoscenza. Una storia meravigliosa di ecumenismo, di aiuto reciproco e di efficienza.
Vrocchi ha fatto del ricordo del lavoro delle donne, che fu tanto e forse poco o mai riconosciuto, un suo punto di forza. I lavatoi, le fontane, il forno, il mulino, il selciato delle stradine, i piccoli orti e gli angoli curati con fiori ci parlano di queste donne, del loro duro lavoro di contadine e madri. È bello Vrocchi, per se stesso e per tutte queste attenzioni.
(C. Reymondo)