Uffa, piove

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La pioggia cade quasi ogni giorno. Riempie la terra di umidità che respira al primo calore del sole. Il cielo è uno spettacolo di nuvole: il grigio si mescola al bianco e compaiono forme incredibili. Qua e là traspare per un attimo appena l’azzurro che tutti vorremmo. Talvolta un rumore assordante riempie l’aria che già era stata trafitta da luce accecante: è il mistero del tuono che insegue il lampo. Ci pare di non essere alle soglie dell’estate, nella primavera avanzata, quanto piuttosto in una stagione indefinita che sa di terre lontane.

Nel bosco il verde è brillio, sulla terra i rivoli d’acqua hanno inciso piccoli solchi che si perdono fra fili d’erba scintillanti.
Sulle montagne vi è una perenne cappa di nebbia che cela le vette e la neve che ancora resiste.
Anche le strade d’asfalto paiono trasformate da questo tempo incerto. Scure, intaccate da buchi che diventano piccoli laghi, umide e fumose appena torna un attimo di sereno.
La brezza che spira sposta nuvole che rincorrono altre nuvole e mai compare il cielo blu.
“Uffa” dicono i bambini rinchiusi nelle stanze. “ Uffa“ dicono gli adulti. “Uffa” dice la primavera che non riesce a esprimersi al meglio. Anche il cane pare sbuffare guaendo dietro la porta serrata. Solamente il gatto con saggezza coglie l’opportunità che questo pazzo tempo offre e fra un sonno e l’altro stiracchia le zampette, muove i baffetti, pare sorridere sognando cieli azzurri, sole accecante e corse sfrenate nel prato, dietro alle lucertole. Sa che prima o poi tutto questo sarà possibile.
(C. Reymondo)