Gërbaout

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Quando nell’aria respiri l’idea della primavera allora riesci a convincerti che le stagioni esistono ancora e la voglia di esplorare spazi sconosciuti può farsi strada fra i tuoi pensieri perché si sa che la nuova stagione muove qualcosa dentro di te. La cosa migliore è assecondare questo impulso e, magari dando un’occhiata alla cartina prima di partire, salire sulla bici e pedalare, percependo sulla pelle nuda delle braccia il frizzare di un’aria che vuole diventare tepore estivo ma che resta ancora impigliata fra i rami lunghi e sottilissimi dell’inverno che abbiamo appena lasciato.
La strada che porta alla borgata Enfous di Pomaretto è il percorso giusto e quando si arriva in questo paese, che dall’alto guarda entrambe le valli, per assecondare ancora la voglia di esplorazione si sale sulla pista forestale che porta a una località dal nome curioso, “Gërbaout”. Siamo ora nel territorio di Inverso Pinasca. Il nome della località potrebbe essere ricondotto ad una famiglia o forse al significato di “gerbido alto”. In realtà il luogo nulla ha a che vedere con un terreno brullo e incolto poiché oggi il verde dell’erba che cresce confonde la vista. Su una casa una pietra reca incisi dei numeri che potrebbero indicare il 1723. Davanti ad essa, con un contrasto notevole, un trattore fermo da tempo.
Ciò che però colpisce del piccolo nucleo di case è l’albero fiorito che chino ma ben saldo allunga i suoi rami ad abbracciare il pendio. Quali venti avranno soffiato per anni per piegarlo così? O quale altra forza sconosciuta avrà donato al tronco tale piega?
Volto lo sguardo verso la valle sottostante, l’incanto del mutare rapido del tempo tipico della primavera cattura l’attenzione. Sul versante opposto nuvole nere incombono sulla montagna e scendono, ormai trasformate in pioggia, sul terreno riarso da mesi di vento incessante. È uno degli spettacoli grandiosi della natura.
La pista forestale continua e in poco tempo si raggiunge Combavilla. La discesa sul sentiero non è delle più agevoli con una bicicletta, così come lo saranno le salite nel tentativo di raggiungere un’altra pista forestale. Siamo alla ricerca di esplorazioni nuove e quindi è inutile arrabbiarsi anche perché questi boschi di Inverso Pinasca sono davvero suggestivi così come lo sono i suoi innumerevoli sentieri.
In una ricerca condotta da Ilia Griset sulla storia di Inverso Pinasca si legge al termine del primo volume una poesia dedicata ai sentieri scritta dal padre dell’autrice nel 1933.
Versi molto belli che meglio di tante parole si addicono a quanto vissuto oggi.
“Chi vi fece, o sentieri di montagna?
Chi vi ha tracciati in solitarie spire
salenti ardimentose alla conquista
delle balze e dei vertici sublimi?
Chi vi ha ideati, o meandri tortuosi
bivi e viuzze piene di mistero
che movete sicure verso l’alto
ciascuna alla sua meta e al suo destino?”.
(C. Reymondo)