Il sorriso di San Martino

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La chiesa di Perrero
La chiesa di Perrero

Parcheggiata l’auto sul piazzale della chiesa di Perrero dedicata a Santa Maria Maddalena, fatti pochi passi sulla strada che sale verso la scuole, si svolta a destra e si inizia a salire sull’antico sentiero che porta a San Martino transitando per la frazione Eirassa.
Superato questo abitato lo sguardo è catturato da un’altura che mostra chiaramente la presenza di una fortificazione. Si tratta della Batteria di Monte Castello, costruita sul finire dell’800, che ospitava alloggiamenti per i soldati, cannoni, mortai e la polveriera.
Lontano, sull’altro versante, spicca la sagoma di Comba Molino, la penultima stazione del Gran Courdun, un ingegnoso sistema di trasporto del talco fatto di decauville e teleferiche.
La vista di questo edificio richiama alla memoria la sera del 23 ottobre 1893, quando il conte Enrico Brayda, ideatore del Gran Courdun, in occasione dell’inaugurazione dell’impianto, scese da Comba Molino su una benna illuminata da due bengala.
Man mano che si sale, anche se il dislivello non è così accentuato, la vegetazione cambia aspetto e le conifere spiccano con il loro verde intenso.
Arrivati a San Martino, è la chiesa dedicata al santo vescovo di Tours che porge il benvenuto dall’alto del sentiero. La chiesa fu costruita nel 1767 con stile barocco. Proprio a San Martino, accanto al cimitero, si possono trovare i ruderi della più antica chiesa della valle.
Non si respira in questa giornata il freddo tipico dell’inverno, quello che ti immerge in una intensa sensazione di gelo che pare abbia anche un odore lieve ma pungente. Sembra piuttosto che l’inverno mostri un volto diverso ma ciò nonostante sempre inverno è.
Proprio al termine dl sentiero che sale da Perrero accanto ad una casa una stufa di vecchia data con un curioso pupazzo di terracotta pare proprio ricordare che la primavera è ancora lontana. Lo testimonia anche il presepe allestito accanto ad essa.
Tutto ciò è un sorriso per il cuore, un simpatico invito ad apprezzare la semplicità di un gesto di benvenuto.
Percorrendo ancora un poco la strada asfaltata che conduce ad altre frazioni salta agli occhi la legna ordinatamente sistemata, pronta a scaldare notti gelide e giorni di neve. Un lavoro compiuto con affetto, con dignità, nel silenzio della quotidianità.
Al ritorno, compiuto sullo stesso sentiero ormai abbandonato dalla luce del sole, riesci a comprendere a fondo la semplice bellezza di quel villaggio. Una bellezza dovuta soprattutto alle tantissime ore di sole, anche in inverno, che danno al villaggio un aspetto ridente. Forse è il sorriso di San Martino che per sempre veglia sul paese.
(C. Reymondo)

Il villaggio di San Martino
Il villaggio di San Martino

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