Quello meteorologico è cominciato lo scorso 1 settembre, e non ce ne siamo accorti. Perché il cielo era tutti i giorni uguale, azzurro blu profondo, fermo come non ci fosse il tempo; e perché siamo rimasti all’idea popolare semplificata che l’inizio dell’autunno cada il 21 settembre.
Quest’anno, per essere precisi e accontentare i pignoli, l’equinozio è caduto alle 3.04 del 23 settembre e da lì ha cominciato la sua corsa l’autunno, da quell’istante.
Alle 3.04 non ci saremmo accorti di un bel niente, sia chiaro, ma il giorno prima, nel pomeriggio, un segnale l’abbiamo colto. Grazie a una vanessa del cardo, o del carciofo – Cinthia cardui – che si è esibita per noi su un fiore giallo solare di verga d’oro – Solidago virgaurea per i sapienti.
La vanessa del cardo è una farfalla di 5-6 centimetri di apertura alare, molto particolare, perché è migratrice e vola fino in Nord Africa. Come faccia a superare il mare lo sanno soltanto lei e il cielo. Molto veloce, di rado permette che qualcuno si avvicini.
Per questo ha attratto la nostra attenzione. È rimasta a lungo a farsi mirare. Nuova di zecca, margini delle ali perfetti, non un graffio, non un’ammaccatura, segno ch’era nata da poco; l’ultima generazione del 2022, quella che supererà l’inverno per portare la sua specie alla prossima primavera.
Che volesse avvisarci dell’arrivo dell’autunno?
Difatti il giorno dopo il cielo ha cambiato abito: niente più blu profondo ma grigio diffuso per la gioia degli occhi che finalmente hanno potuto riposare.
Della farfalla più nessuna traccia. Volata via? Semplicemente nascosta aggrappata a uno stelo?
Non lo sapremo mai, perché gli insetti, quando è nuvoloso e s’abbassa la temperatura, scompaiono, sembra non ci siano più.
Magari la incontreremo ancora quando tornerà il sole, ma non la distingueremo, così perfetta, uguale alle sorelle anche loro nate da poco; oppure sarà ormai lontanissima e di lei rimarrà soltanto il ricordo.
Per questo amiamo le farfalle.
Oltre a segnalare le stagioni, l’aurora ad esempio, assieme alla cedronella, indica la primavera, appaiono e scompaiono lasciandoci il dubbio se davvero sono state o se siamo noi che le abbiamo immaginate. C’è e non c’è. C’era e non c’è più. Come una carta da gioco, ma senza trucco. Soltanto per gioco. Come un sogno.
Senza farfalle non sarebbero sogni, e il mondo sarebbe triste.
Salvo in inverno, quando le farfalle proprio non ci sono, e ai sogni pensa la neve.
Quando viene…
Come un sogno
on 24 Settembre 2022
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