Prima che salga la nebbia

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Sotto, il Lago Primo, a sx il Lago dell’Uomo, a dx il Lago La Draja, sullo sfondo il Monte Cornour

Si giunge fin lì senza fatica. Su ben in alto. Salendo da Prali, Val Germanasca, con la seggiovia.
Ed ecco, come per incanto, la grande conca dai tanti laghi, la Conca dei 13 Laghi.
Si entra in un altro mondo. E vien subito voglia di andare a cercarli, i laghi, per vedere se davvero sono 13, per scoprire se ci riesce di trovarli tutti.
Si va a piedi, ma la fatica non si sente, forse non c’è, sopita dalla bellezza del luogo.
L’acqua è sempre bella, quella di un lago di più, quella dei 13 Laghi fa meraviglia.
Anche se malata. Perché la siccità non ha risparmiato la magica conca: alcuni laghetti sono ridotti al lumicino, altri sono un po’ più ricchi ma certo non se ne possono vantare.
I turisti vanno. Chi è giunto lì per la prima volta non può fare confronti, ma chi conosce il luogo si rattrista. Quei laghetti così piccoli fanno pena. Un po’. Perché il posto è bellissimo, e la bellezza scaccia i pensieri bui.
Qua è là le casermette abbandonate ricordano che quello è stato luogo di guerra.
Al lago Rametta un cannone sguaiato lo ripete all’infinito a quanti passano. Povero cannone, ancora lì dopo tanto tempo, solo, senza più gloria, forte e tenace come l’avevano definito gli uomini che l’avevano portato tra quei sassi con fatica immane, ma patetico a ricordare quelle gesta inutili. Sciocche.

Innamorate

Intanto si va, un lago dopo l’altro, una sorpresa dopo l’altra. A carezzare il cuore.
All’orizzonte le nuvole salgono verso le vette a raggiungere il cielo. Mentre si arrampicano sul Cournour dicono che rimane poco tempo per gioire del sole. Tra un po’ sarà nebbia.
I pensieri si distraggono e si va più veloci, per raggiungere almeno quella cresta là, quella conca che, chissà, forse nasconde uno dei laghi. Bisogna arrivarci prima che sparisca tutto nel bianco. Proprio oggi doveva salire la nebbia?
A lato del sentiero due cavallette innamorate si abbracciano. Non si curano della nebbia, che pure col suo freddo ne frenerà gli ardori, e nemmeno del cannone sguaiato con la gola squarciata.
Si vogliono bene e lo mostrano a quanti passano, intanto che provvedono a inviare nel tempo del futuro la loro specie.
Anche gli umani pensano al futuro, ma non sempre con amore per il tempo che verrà e per i laghi della conca sopra Prali che soffrono la siccità; e neppure per i loro figli.
(Immagini di R. Richiardone)

Il Lago Rametta o dei Cannoni

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