Il campanile gelato

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Al centro della Val Chisone, Villaretto, dall’italianissimo nome, è una frazione di Roure, che invece il nome c’è l’ha, senza nessun dubbio, occitano.
La bellezza dei contrasti, della diversità, che fa ricchezza, che rifiuta l’omologazione e rende unico e prezioso un luogo.
È un villaggio dai tratti antichi mescolati a segni moderni, sparsi tra le viuzze strette, pulite, colorate da innumerevoli affreschi e da miriadi di fiori, anche loro disseminati ovunque nei modi più diversi che l’inventiva e l’amore per il bello possano immaginare.
Ma non sono queste caratteristiche ad indurci a scrivere di Villaretto.
È il suo campanile.
I campanili ci hanno sempre affascinati. Perché sono snelli e slanciati. Perché ti chiedi come han fatto a tirarli su. Perché sono riferimento puntuale di una terra. Perché da loro giunge il suono delle campane, a festa o di tristezza, senza il quale non si potrebbe vivere. Perché avvicinano al cielo.
Ci piacciono tutti. Quelli sontuosi delle chiese più importanti; quelli tozzi e un po’ sgraziati, ma amati come gli altri dalla loro gente; quelli bassi che appena spuntano oltre la cortina dei tetti giusto giusto per segnalare l’ora se hanno l’orologio, un tempo la meridiana.
Quello di Villaretto è speciale.
Perché ha la cima rosa e sotto un bel tratto giallo, a incorniciare le campane. Quando fu dipinto, un po’ di anni fa, a colori non ancora fiaccati dal sole, acchiappava lo sguardo anche se si volgevano gli occhi altrove.
Un campanile giallo rosa, crema e fragola, non si può ignorare. Mette di buon umore. Fa venire l’acquolina in bocca.
In estate nulla rallegra più d’un gelato. In inverno, con la nebbia bassa a lambire i tetti, quella nota di colore carezza il cuore; lo fa sorridere e gli dà forza per aspettare la primavera.
Tutto questo ci ha suggerito negli anni il campanile della chiesa di San Giovanni Battista, a Villaretto, frazione di Roure subito prima, risalendo la valle, di Fenestrelle.
Oggi che i colori hanno perso un po’ di lucentezza, forse l’idea del gelato non è più immediata. Ma come le rughe dei vecchi rendono il loro volto più radioso e caro, così il campanile giallo rosa un po’ sbiadito ha preso sembianze tenui e delicate, sue proprie e non più della tavolozza dei colori.
Forse non acchiappa più lo sguardo come un tempo, ma se lo guardi ti carezza, in estate come in inverno.
Dolce.

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