Il lago per tutti

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È un lago alpino, quello del Laux, sopra Fenestrelle, comune di Usseaux, ma a differenza dei suoi fratelli che richiedono fatica per essere raggiunti, lui non chiede nulla; al Lago del Laux si arriva in auto, così che pure i poltroni, ma anche chi la fortuna di camminare non ce l’ha più, lo possono ammirare.
L’acqua non è profonda, ma basta a riflettere quanto la circonda, e il cielo, da poterne fare mille giochi a confondere gli occhi.
Un tempo il lago era del tutto naturale. Poi, così abbiamo sentito narrare dai vecchi, la costruzione della condotta forzata della centrale di Fenestrelle, a suon di mine per bucare la roccia che sovrasta l’acqua, disperse la vena. Il lago fu salvato da un intervento umano e, se così è, mai intervento fu più meritevole.
Perché il luogo è bellissimo. Roccia a picco a sovrastare l’acqua, verde tutto attorno, case discrete a dare umanità e gusto di accoglienza.
Luogo caro alla valle intera.
Un tempo per via dell’ostu, osteria, che sorge sulla sponda sud, oggi ristorante, albergo e quant’altro di gradevole possa desiderare chi va in montagna senza voglia di faticare.
Lontano, oltre la sponda che dà sul Chisone, sotto l’incavo del Colle delle Finestre, si scorgono le case di Usseaux, capoluogo; quelle del Laux, che prima che lago è villaggio alpino, sono nascoste da una piccola dorsale, messa lì apposta per tenere in fresco l’acqua e quanti vi si avvicinano accaldati in estate.
Ma bastano quattro passi per scoprirne i tetti e la vita.
Ogni tanto sull’acqua del lago compaiono dei cerchietti, a volte piccoli, a volte grandi, come se qualcuno gettasse un sasso. Ma non si sente il tonfo. Sono trote, le più piccoline e quelle cresciute che, profittando della quiete del mattino d’un giorno a vacanze terminate, escono dai nascondigli in cerca di qualche buon boccone.
Settembre è prodigo di cibo per gli animali, dentro e fuori d’acqua: insetti e frutti abbondano. È la stagione più bella: niente piccoli da allevare e sfamare, soltanto riposo. In attesa del freddo.
Le trote lo sanno, sono le ultime settimane di libertà, poi il ghiaccio e la neve, che in inverno al Laux regnano sovrane, copriranno tutto. Sott’acqua il freddo non sarà pungente, ma i pesci cadranno in una specie di letargo perché, in mancanza di cibo – gli insetti saranno soltanto un ricordo – faranno economia di energia, per mesi lunghissimi, fino al disgelo.
Fino a quando attorno al lago ricompariranno i turisti che amano le cose belle, ma non camminare.

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