Duetto in cielo

con Nessun commento
Gipeto, aquila reale e, discosto, gracchio – Foto r.r.

La montagna è particolarmente bella in queste giornate invernali. Lontani dalle polveri sottili, cercando per qualche ora di dimenticare i guai ambientali che ci affliggono – e ai quali non si cerca di porre rimedio – l’aria tersa offre paesaggi stupendi. E anche incontri. Quando meno te lo aspetti.
Trovato un angolino riparato, sto sbucciando un’arancia. Servirà a ingannare lo stomaco, a fargli credere d’aver pranzato. L’arancia e un tozzo di formaggio, che lassù ha un gusto speciale.
Quando alzo lo sguardo, la sorpresa. Un uccello gigantesco volteggia sopra di me. Un gipeto, un avvoltoio.
E non è solo. Non lontana, una giovane aquila reale, la regina dei nostri cieli, si presta a un impietoso confronto di dimensioni.
Il gipeto arriva da lontano, nelle valli non nidifica ancora; ma per questi animali, maestri della vela, non è un problema percorre anche qualche centinaio di chilometri.
L’aquila dal canto suo, forte del fatto d’essere a casa propria, si sente in diritto e dovere di segnalare che quella terra le compete. Da lontano, con certi giganti meglio confrontarsi a distanza.

Gipeto – Foto Beppe Castelli

Questi i nostri pensieri mentre osserviamo affascinati. Probabile che nemmeno uno corrisponda a realtà. Ma siamo soli e possiamo pensare quel che ci pare, possiamo persino dirlo, volendo. Sottovoce, sussurrarlo, per non disturbare.
Il volteggio in duetto dura a lungo. C’è pure un gracchio, più discosto. Lui di certo non è affascinato; forse incuriosito; comunque, vuole tenersi informato: certi vicini è meglio non perderli di vista.
Pensare che il gipeto, l’ultimo fu ucciso più di cento anni fa, era dipinto come predatore terribile, anche di bambini, oltre che di pecore, agnelli e affini. E invece è uno spazzino. Raccoglie rifiuti. Anche soltanto le ossa se non trova di meglio. Tiene pulito, insomma.
L’aquila pure era perseguitata, e succede lo sia ancora: anche lei, per certi pensatori, è temibile predatrice, di agnelli, galline e, ovviamente, di bambini se appena può.
Mescolare verità, poca, e fantasia, o menzogna, è arte antica. Sempre negata e mai morta. In auge anche oggi. Ma se fantasticare è bello, come ci è successo osservando il volo dei due splendidi uccelli, raccontare frottole lo è meno, e pure pericoloso.
Per fortuna gipeto e aquila, grazie anche agli umani che in maggioranza hanno imparato che il gipeto è un avvoltoio e che l’aquila svolge un ruolo importante per equilibrare l’ambiente, oggi possono ancora volare. Duettare, addirittura.
Sono più forti delle bugie e dell’ignoranza.

Gipeto – Foto Beppe Castelli