Le rane, quelle di montagna, le temporarie, sono animali strani, perché nel corso dell’anno quasi non le vedi.
Poi, proprio di questi tempi, con ancora l’ultima neve a indugiare, si ritrovano tutte assieme, attorno a determinate pozze, e soltanto quelle. Per deporre le uova. Ma non è un’orgia, è una sinfonia d’amore, per dar vita ai girini e poi ad altre rane per il tempo dei tempi.
È qui che entrano in scena losche e immonde figure umane, indegne. Approfittano che le rane sono tutte assieme e di notte le raccolgono, compiendo una facile strage. Presente e futura. Ovviamente la legge lo vieta. Ma in questo paese da burla, ad eccezione di qualcuno, a chi volete che importi delle rane?
Si potrebbe pizzicarli con delle trappole fotografiche, i notturni lestofanti; ma è vietato. Perché raccogliere rane illegalmente e in quantità industriale, in questo paese non serio, è reato amministrativo, non penale. E allora non si può fotografarli, i fetenzuoli. Si lederebbe la loro privacy!
Ma tu che hai cuore, che hai figli e nipoti, che sai che la terra non è tua, che sai che l’hai avuta in prestito dai tuoi figli e non in eredità dai tuoi padri, non rassegnarti.
Se sai che qualcuno catture le rane illegalmente, dillo in giro, scrivilo, telefona alle Guardie Ecologiche. Prendilo a bastonate – morali. Forse non lo farà più. E non dirà nulla, in questo paese da operetta triste: per privacy.
(Le foto della galleria non hanno la consueta qualità di Valchisone terra bella. Perché sono datate – 2003 – e perché oggi è difficile trovare una frega con così tante rane).