Miraggio di torrente

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I ruscelli ed i torrenti sono tra le manifestazioni più belle che ci sia concesso ammirare.
Ad ogni ora del giorno, in qualsiasi mese, in ogni stagione. In particolare in primavera.
Un luogo, lungo un torrente, non è mai uguale a come l’hai visto il giorno prima. Perché è cambiata la luce, perché è aumentata o diminuita l’acqua, perché la brezza ha preso un diverso orientamento e la voce del torrente ti giunge differente. Perché le foglie, in questa stagione, cambiano di giorno in giorno, e da un giorno all’altro prendono forma e grandezza diverse.
Insomma, un torrente è una meraviglia. Sempre, ma in primavera di più.
Con tante sorprese.
Come questa.

Volpe – Foto F. Moglia

Una volpe si avvicina decisa verso l’acqua sulla sponda opposta alla mia. Forse per bere.
È snella e veloce, scattante, sicura. Non fulva, ma più scura, a chiazze marrone: sta probabilmente mutando la pelliccia.
Sono immobile e mi scorge quando ormai è a meno di dieci metri da me: meglio, scorge qualcosa che non le torna. Non ha mai visto un uomo dritto immobile. Mi controlla dalla testa ai piedi, mi conta i capelli. Non ha mai visto un uomo immobile, e non lo riconosce, ma nella figura che le sta di fronte qualcosa non quadra.
Trattengo il respiro, non batto le ciglia. È difficilissimo rimanere immobili, soltanto gli animali lo sanno fare. Lo so bene, ma ci provo, sto al gioco anche se so che perderò.
Non riesco a restare immobile, per di più in piedi su una roccia, sia pure piatta, in riva all’acqua.
La volpe mi osserva attenta un bel po’, poi, con calma, si allontana di qualche metro volgendomi la schiena, fa qualche passo e si ferma dietro i rami di un cespuglio nuovamente a scrutarmi. È curiosa e meravigliata, forse più di me. È di nuovo immobile e mi scruta se possibile ancora più a fondo. Adesso, da dietro il cespuglio di nocciolo, si sente sicura.
Non ce la faccio più. La meraviglia ha preso pure me, mi ha incantato; la tensione scema e mi muovo un po’, appena che si vede. La volpe se ne accorge, controlla bene e decide che sono proprio un umano. Strano, perché fermo, ma sempre umano, dunque da evitare.
Mi volta nuovamente le spalle e se ne va, senza fretta. Risale la china e scompare.
Il torrente è di nuovo deserto.
Mi rimane il dubbio: avrò visto giusto o s’è trattato di un miraggio, d’una delle tante magie dei torrenti in primavera?