La capitale della valle

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Perosa Argentina
Perosa Argentina

È bella Perosa Argentina. Forse un po’ altezzosa, ma è la capitale della valle, le si può perdonare qualcosa; tanto più che sorge all’incrocio delle grandi acque del Germanasca e del Chisone, come le grandi città e civiltà del passato.
Un luogo coi segni del tempo e il profumo delle terre che su di lei si saldano, quella che scende dal Sestiere e quella che giunge dalla Francia, dal lontano Col d’Abries, o Col Saint Martin.
È luogo post industriale, Perosa Argentina. Le fabbriche del cotone e della seta l’hanno fatta crescere, le genti di montagna accorse a lei con il loro bagaglio di cultura e di sapere l’hanno fatta grande; e pure quelle altre, di genti, giunte dal lontano Veneto con sete di un futuro meno gramo, l’hanno fatta grande.
Appena ieri.
Un grande crogiuolo, di braccia e opere, di menti e sapienze, di idee e sentimenti.
Tutto questo si legge nelle strade, disegnate a curve dolci dalle case abbracciate strette, negli angoli nascosti, nei grovigli di ringhiere, balconi e porte, nelle schiere di camini a dire che ogni famiglia aveva il suo fuoco, ed a lui pensava lei soltanto, a volte con fatica ma sempre con amore.
Tutto questo si capisce passo dopo passo, curiosando a naso in aria, risalendo il sentiero che dalla Strada Nazionale porta al Forte, pensato per chi ha tempo e andando guarda e legge.
I palazzi moderni, presuntuosi e sciocchi, brutti, che nulla hanno da dare se non sgraziate forme a graffiare gli occhi, non disturbano lo sguardo, basta volgerlo altrove.
È un buon presagio. Come il monumento su in alto al Forte, posto a memoria dei patrioti.
Per un’alba nuova, che può essere domani, se appena lo si vuole, credendo nelle nuove genti, che non abbiano, ancora una volta, per vivere, come ieri, a dover migrare.

Perosa Argentina
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