Amori di cervo

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Il capofamiglia
Il capofamiglia

Nel mondo ci sono tanti spettacoli. Alcuni si godono con gli occhi: un tramonto o una luna piena; altri si apprezzano con l’olfatto: le fioriture dei ciliegi o il vapore d’acqua di un lago; altri sono nostri attraverso tutto il corpo: la pioggia e il vento. E ancora si può essere parte d’uno spettacolo con le orecchie, con l’udito.
Può succedere, a settembre, andando per un sentiero alto che conduce in Val Germanasca, di entrare in un mondo di suoni inatteso, di barriti quasi, ruggiti se non sai che sono bramiti e, assieme, quale accompagnamento fine, un canto dolce e piccolino, quasi timido, e anche delle note alte a svolgere la parte dei violini più acuti.

In gruppo
In gruppo

Bramiti di cervo, canto di giovane forcello che prova gli accordi per la prima volta, richiami di poiana che cerca le sue simili, o di una ghiandaia che le rifà il verso.
Un concerto, immenso e avvolgente, che non ti aspetti e che ti piglia e ti rapisce, ti porta sull’onda dei suoni a carezzarne l’autore, anche se è grande come un cervo, e poco amichevole. Per questo canta inviando al cielo le sue prime note il giovane forcello, o fagiano di monte: per addolcire tutto e renderlo più bello. E siccome la musica potrebbe essere un po’ piatta, tocca alla poiana darle vette acute.
Tutti quei suoni assieme ti fanno volare con il pensiero e con il cuore; hai voglia di cantare anche tu, e di ballare e gioire, o arrabbiarti, assieme a quegli autori speciali, tuoi fratelli d’avventura sulla Terra.
Ed essere lì partecipe è grande fortuna, e ringrazi il cielo.
Rare volte è concesso uno spettacolo tanto bello all’uomo, anche se la poiana dietro gli alberi non la vedi e neppure il giovane fagiano nascosto tra i cespugli. Vedi i cervi; che a settembre fanno l’amore.
È questa la chiave di tutto: l’amore. È lui che desta e dà vita al concerto, che dà il la alla musica. E non deve stupire, perché l’amore apre le porte più belle, fa entrare nel cuore le meraviglie del mondo, e pure del cielo; soltanto con dei suoni, se capita.

Tra qualche giorno la legge del mio paese permetterà di sparare su cervi e forcelli concertisti, di fucilarli.
Che tristezza.

Signore Cerve
Signore Cerve

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