Non è trascorso molto tempo da quando dicevamo “Sappè sta morendo”.
Tristi facili profeti.
Sappè è un villaggio di Bourcet, comune di Roure.
Sono passati pochi anni da quando lo abbiamo visto violato ma integro.
Oggi la profezia si avvera.
Oggi la via principale di Sappè è chiusa, erbacce, ortiche, lose pericolanti dai tetti, buche a fianco del passaggio. Non si intuisce più quanta gente calpestava quelle pietre. La porta del Principe è chiusa accostata come sempre, ma ha perso colore e si scorge appena il buco per il gatto in basso.
La casa della scolaretta rimane integra con il suo bel scalone per il primo piano, ma dentro è tutto frusto, tutto stanco, non viene più in mente di cercare quaderni; anche se nella stanza accanto la paglia è ancora lucente, ma le crepe ai muri sono più larghe.
La casa dei colori non si riconosce più, impossibile sognare la fanciulla che vi dormiva; e, sotto, l’allegro disordine della cucina è diventato rovina e l’acqua ha lasciato segni ovunque. Niente più nido umano.
Pure la casa del falegname è ferita mortalmente, lei altera a mostrare i suoi legni belli. Il tetto è aperto e le assi color bronzo dureranno poco, le lose e le pietre degli alti muri cadranno a chiudere tutto, anche la memoria.
Come ha corso il tempo.
È una parte di Bourcet, quella che ci aveva toccato il cuore, a chiudersi. Come uno scrigno, a proteggere quanto l’uomo costruttore ha eretto e prima abbandonato e poi ripudiato.
Scrigno di natura per aspettare tempi migliori, per aspettare un tempo in cui l’uomo impari a riflettere su se stesso. Per capire da dove viene, per decidere con saggezza dove andare.
Sulle case molte date parlano di tempo. 1914, 1911, 1908 e così via. Il tempo nasconderà anche questi numeri, li custodirà preziosi per quanti torneranno a cercare per capire.
Genti che arriveranno da chissà dove e si chiameranno archeologi, studiosi. Che ameranno ancora le pietre stanche di Sappè e i legni della casa del falegname.
Poco più di cento anni, dicono le date incise a fianco delle porte. Poco più di un secolo da quando l’uomo a Sappè costruiva.
Come corre il tempo.
(Cfr. “Bourcet, fiaba senza tempo”, 2011)