Prato del Colle

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Prato del Colle
Prato del Colle

Prato del Colle è un bellissimo luogo che si trova nel comune di Roure sopra l’abitato di Gran Faetto e che si pone proprio in mezzo fra il vallone della Roussa e il vallone di Rouen.
Il nome ci dice tutto, un grande prato che sta su un colle dal quale i più allenati possono raggiungere un altro colle, dopo circa tre ore di marcia, quello del Robinet.
Si cammina per lunghi tratti su una bella strada sterrata e volendo ci si può anche inoltrare nel bosco attraverso corti sentieri.
Lo sguardo, nella prima parte del percorso, è rivolto al versante della Roussa, luogo di memoria del lavoro con le sue miniere di talco.
Quando si giunge al Colletto, luogo di alpeggio durante la stagione estiva, ormai i boschi di faggio sono alle nostre spalle e davanti a noi si profilano con insistenza le conifere fra cui spiccano in questa parte dell’anno i larici con il giallo profondo degli aghi pronti a lasciare l’albero.

Il Colletto
Il Colletto

Prima di raggiungere la località Pituniera caratterizzata da un ben tenuto nucleo di case e da una fontana in legno e pietra incontro un gruppo di escursionisti che scendono. Ci salutiamo e scambiamo qualche parola sul loro itinerario.
Mentre proseguo il cammino, su una strada che è diventata più stretta ma ha assunto un profilo quasi romantico grazie al tappeto di aghi di larice ormai colorati di un delicato marrone che la ricopre e alle pigne che danno l’impressione di essersi posate con studiato garbo, mi ritrovo a meditare sul significato degli incontri in montagna.
Nel mio girovagare, quasi sempre solitario, mi sono imbattuta talora in altrettanti solitari escursionisti o in gruppi di camminatori. Ho potuto così osservare che esistono tipologie diverse di escursionisti. C’è chi si ferma per scambiare quattro parole e generalmente mi chiede se non temo ad andarmene in giro da sola; c’è chi attende un mio cenno per parlare, quasi temesse di infastidire; c’è chi non sa bene che fare e lo capisco che tira dritto a malincuore dopo un breve saluto e c’è infine chi rifugge il minimo contatto. Mi è successo una volta di arrivare alla meta desiderata, di trovarvi un escursionista seduto che mangiava e che al mio caloroso ”Salve!” ha risposto con un “Buongiorno” freddo e scandito che mi ha indotta a tacere immediatamente. Lui mangiava dalla parte destra di un resto di un edificio militare ed io dalla sinistra, con profondo disagio e qualche sorriso che mi affiorava alle labbra per la strana situazione che si era creata. È andato via con un cenno del capo. Avevo voglia di urlargli un “felice ritorno” ma mi sono astenuta.
Curiose queste modalità di incontro che nascondono dietro ai protagonisti chissà quali storie, difficoltà o semplicemente non volontà di rapportarsi.
Arrivo a Prato del Colle e scopro che il prato, punteggiato da macchie di neve, è duro come un sasso, gelato sulla superficie. Mi spingo oltre l’unica casa molto ben ristrutturata che lì si trova e raggiungo un punto di osservazione incredibile: da una parte non solo il vallone di Rouen ma anche Selleiraut e le montagne dell’alta Val Chisone e dall’altra la Roussa con il suo colle ben visibile.
Tiro fuori dallo zaino qualcosa da mangiare e mi siedo su una pietra. C’è un silenzio meraviglioso e in questo silenzio il cuore mi fa un sobbalzo nel sentire un fruscio improvviso che si ferma a pochi centimetri da me. Su un ramo di larice si è posata una cincia dal ciuffo. Ci guardiamo, immobile io e saltellante lei. Non ci parliamo ma è come se ci fossimo parlate. Quando vola via, il suo cinguettio è un saluto che scalda il mio animo.
(C. Reymondo)

Cincia dal ciuffo - f.to F. Moglia
Cincia dal ciuffo – f.to F. Moglia

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