Il Lago dei Cannoni

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È risaputo che i luoghi possono apparirci interessanti perché sono molto belli o custodiscono una ricchezza storica o scientifica oppure perché evocano in noi emozioni forti o anche perché ci fanno sentire più vicini a qualche persona.
C’è un luogo nelle valli che mi è particolarmente caro perché era caro ad un amico.
Salendo in Val Germanasca fino a Prali e salendo ancora con le seggiovie che raggiungono il Bric Rond, inizia uno dei tanti percorsi per raggiungere la conca dei Tredici Laghi. Un tempo lontanissimo era il regno del ghiaccio. Un unico ghiacciaio riempiva tutto lo spazio. Quando il ghiaccio iniziò a sciogliersi e l’enorme ghiacciaio si ritirò fino a scomparire, restarono su questa sorta di altopiano dei bacini lacustri ai quali gli uomini dettero dei nomi particolari che nascevano da ciò che vedevano.
Uno di questi laghi si chiama Lago dei Cannoni perché sulle rive sono rimasti due pezzi di artiglieria della seconda guerra mondiale. A dispetto del nome bellicoso è un lago di pace, di armonia e di silenzio che non è tristezza ma voce di un amico che amava questi luoghi e che li frequentava con la passione del lavoro e della montagna. Una piccola stele, senza nome, discreta, guarda il lago e pare indicarci la strada giusta da percorrere, quella della coerenza, dell’impegno e della determinazione.
Le valli devono molto a questo amico che ha saputo valorizzare di esse gli aspetti più importanti cercando attraverso lo studio, il confronto, la collaborazione le soluzioni migliori e attuabili per dare significato al territorio che è ricco di storia e di bellezze naturali.
In basso c’è il lago dell’Uomo sulle cui rive crescono dei fiori bianchi che paiono batuffoli di cotone e sorrido pensando a quante volte quell’amico carissimo mi ha detto il loro nome che io regolarmente dimenticavo. Anche oggi non lo ricordo e con un sorriso amichevole nel cuore risalgo il sentiero verso il Bric Rond.
(C. Reymondo)
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