Festa della Liberazione

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Il significato di questa giornata è racchiuso nelle parole di molti intellettuali ed anche in quelle della gente comune, quella gente semplice che ha camminato al nostro fianco o che non abbiamo mai conosciuto.
“Dopo venti anni di regime e dopo cinque di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà.”
“Gli uomini della Resistenza, io penso, ebbero per primi l’intuizione storica che l’Italia risorgimentale e fascista era definitivamente morta e quindi si doveva ricostruire tutto su nuove basi politiche, amministrative e sociali.”
La prima citazione è di Norberto Bobbio, figura di spicco fra gli intellettuali della seconda metà del novecento.
La seconda è di Viola Lageard, staffetta partigiana della Val Chisone.
Nella rilettura delle loro parole diamo un senso alla Festa di oggi. Sono parole che parlano al cuore e ci invitano a non cadere nell’illusione di una democrazia decisa da pochi, facile, senza costi. Una democrazia per essere tale deve rileggere più e più volte la Costituzione, dove le parole libertà, uguaglianza, solidarietà, cooperazione sono sovrane.
(C. Reymondo)