Balconi naturali

con Nessun commento
Villar Perosa e (sotto) S. Germano Chisone

Le montagne della Val Chisone che si avvia alla pianura hanno profili dolci, lisci e arrotondati; tutti verdi in questa stagione, ora che i boschi hanno lasciato l’abito invernale per indossare quello più bello, quello della primavera.
Nascoste tra le piante e vicine al cielo, le rocce lanciano a tratti arditi torrioni sul vuoto, a farne punti privilegiati per guardare. Balconi naturali.
Da lassù lo sguardo spazia, lasciando libero il pensiero d’andare dove è permesso soltanto agli uccelli e al vento.
Le lontane case degli uomini sono chiare e pulite, ordinate. Le fabbriche non feriscono l’occhio e anzi parlano di storia andata, di antichi splendori.
La distanza gioca col paesaggio come ci gioca la neve: nasconde i particolari e fa tutto bello.
Da lassù il verme non si vede e non si sente. Il mondo procede tranquillo, incurante delle pene umane. E pure dell’uomo.
È bello, per qualche istante, non essere al centro della scena, a dominarla; è bello essere spettatori soltanto; è bello immaginare di volare assieme al pensiero.

La pianura fuori dalla Val Chisone

Tutte le cose belle hanno fine: è tempo di rientrare sotto la volta degli alberi, perché il vuoto e lo sguardo che spazia lontano ammaliano, ipnotizzano. L’uomo non è fatto per gioire così tanto a lungo.
Sotto le piante scompare il blu e la cupola che tiene il cielo è verde compatto.
Si stringono gli spazi, diversa la bellezza, infiniti i particolari a suggerire delicatezza e perfezione.
Questi mondi, quello degli spazi infiniti e quello degli spazi ristretti, non risentono del corona virus, del verme; gli sono superiori.

La cupola che tiene il cielo è verde compatto

Clicca sulle foto per ingrandirle.