Le foglie sul viso

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Ciliegi

Da martedì scorso siamo in autunno.
La stagione dei colori, ci diceva la maestra quando eravamo scolaretti. E immancabile arrivava il componimento e poi il disegno per illustrare il tempo dell’inizio della scuola: il primo di ottobre.
Perché una volta, in tutto lo Stivale senza esclusione alcuna, la scuola iniziava ad ottobre, e tre giorni dopo era già vacanza, San Francesco patrono d’Italia.
Era cosi per tutti, dalle Alpi alla Sicilia.
Spesso si usciva dalla classe per raccogliere le foglie e disegnarle, in mille modi e con mille strategie, anche se nessuno si curava di dirci a quale albero fossero appartenute. Non era importante e la classificazione avveniva per dimensioni, per colori e, nei casi più scientifici, per forme. Lanceolate, lobate, palmate e via elencando nomi astrusi che ben poco dicevano e ancor meno insegnavano.
Ecco, tutto questo era l’autunno. Scuola, colori, rinnovati giochi e parole strane, da sopportare quel tanto che bastava per tornare a giocare.
Giochi a volte anche pesanti.
Nelle classi, rigorosamente maschili o femminili, in quelle dei bambini si andava subito per bande, senza esclusione, a volte, di passaggio a maniere forti. Da non dire a nessuno, per evitare conseguenze spiacevoli da parte della maestra e ancor peggiori, se mai a questa fosse venuta la per noi insana idea di avvisarli, pure dai genitori. Allora il problema si aggravava di molto.
Le bande scemavano per un po’. Le foglie colorate se ne andavano, arrivava la neve. S’era un po’ cresciuti e forse pure un po’ cambiati. Poi, alla prima occasione, si ricominciava.
Altri tempi, altri modi.
Non sappiamo come siano, e se ci siano, oggi, le bande. Le classi sono miste e la scuola apre prima, con un calendario vario che non tiene conto delle foglie colorate. Chissà se per San Francesco è ancora vacanza…
Le foglie colorate ci sono sempre meno. Fa caldo e piove spesso; le montagne e i boschi, i viali e i giardini restano verdi fin quasi a Natale.
Come si fa a cominciare la scuola senza foglie colorate da contornare sul foglio bianco, da ricalcare per ricavarne le venature; magari da cucire in collane o coroncine?
Non riusciamo a immaginare.
D’altra parte oggi non si potrebbero toccare le foglie colorate: non è igienico, bisognerebbe prima sanificarle. A prescindere dal virus – verme che pare non mollare.
Non resta che sperare nel cielo, che mandi un po’ di vento e un po’ di freddo. Un po’ di brina. Per colorare tutto e spargere le foglie, anche sul viso, in un gioco bello che non ha tempo, per il quale non servono matite e fogli bianchi e neppure maestre, per giocare e per sognare.
Ognuno a modo suo.
Buon Autunno.

Betulle e castagni

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