Donde vieni?

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(Immagini di F. Rostagno).
È caduta tanta neve. E poi è venuto tanto freddo. Da artigliarci la schiena.
‘Che freddo’, ci siamo (un po’) lamentati.
Soltanto un po’, perché in inverno il freddo è normale, lo sappiamo, e pure la neve. Non ci siamo più abituati, tutto lì. Ad essere sinceri, dovrebbe far ancora più freddo e per periodi più lunghi. Era così mica secoli fa, soltanto qualche decennio. Era normale.
Ci si abitua facilmente e in fretta a condizioni, almeno in apparenza, migliori. È un attimo prendere vizi.
Nonostante noi si abbia mezzi efficaci, e comodi, per difenderci dal freddo.
Per tanti altri viventi che non hanno le nostre possibilità, per quelli si che il freddo, e la neve, possono essere un problema.
Pensiamo al pettirosso che è comparso una settimana fa, chissà da dove.
Quando la neve s’è fatta alta il giusto, eccolo attorno a noi. Diffidente, veloce ed elusivo, attento a scrutarci e studiarci. Per capire innanzi tutto se attorno a noi c’era qualcosa di commestibile.
Il pettirosso sa che gli umani sono sciuponi e buttano un mucchio di cose buone. Sa anche che sono pericolosi, e per questo ci controlla e studia. Soltanto dopo, piano piano, si avvicina e, mano a mano che i giorni passano, si fa più intraprendente; diremmo esigente, quasi pretenzioso; proprio come gli umani. Ma soltanto se la neve è molta.
Quando il manto è limitato e sotto gli alberi, dove la neve che s’è aggrappata ai rami non ha raggiunto il suolo, lo scioglimento scopre qualche lembo di terra, allora il pettirosso, così com’era apparso, scompare.
Dove va? Da dov’era venuto, è la ovvia e comoda risposta.
Non lo sappiamo. Può darsi che ci sia sempre stato dattorno e che noi non lo si sia mai visto, presi da tante incombenze e a volte sciocchezze, può darsi sia giunto da lontano con la neve. Perché gli uccelli hanno le ali, e per loro spostarsi anche di molto chilometri non è un problema.
A noi umani viene spontaneo, se appena riflettiamo un attimo, farci domande. È per questo che siamo così evoluti, è per questo che sappiamo fronteggiare con successo (così crediamo) sia il freddo che il caldo, senza bisogno di spostarci.
La domanda giusta tuttavia, se proprio una domanda va posta, perché non è indispensabile sapere tutto, è per quanto tempo potremo continuare in questo modo, a risolvere tutto senza saper fare nulla, o molto poco, rapinando le ricchezze e le energie del mondo che ci circonda. Che è la nostra casa.

Facciamo così: non poniamoci domande e limitiamoci a godere della vista del pettirosso.
Vederlo è buon segno.
Purché duri.