173 anni dopo

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Sfilata dei Valdesi a Pomaretto – 2014

Mercoledì scorso, 17 febbraio, è stata la festa dei Valdesi. Per la centosettantatreesima volta. La prima fu nel 1848, quando il re sabaudo Carlo Alberto concesse il diritto di culto. Permise cioè che i Valdesi potessero professare liberamente la loro fede.
Quel concedere, permettere, suona pesante, suona ingiusto, quasi blasfemo. Perché non si permette, non si concede a nessuno quello che per natura è già di ognuno.
Sembrano incredibili oggi queste parole. Libertà di culto. Perché siamo abituati ad averla. Anche di non avere un credo.
Ma fino a quel 17 febbraio del 1848 la gente Cristiana Valdese fu perseguitata e uccisa dalla gente Cristiana Cattolica. Che ne venne a sua volta uccisa quando se ne presentò l’occasione.
Libertà di culto; in realtà libertà di pensare e credere. Cioè libertà di dignità e di essere.
Forse per questo la festa continua a essere celebrata, ci sentiamo di dire, con immutato fervore.

Il Culto del 17 febbraio a Pramollo – 2021

La festa dei Valdesi non è soltanto culto, soltanto tempio. È anche tradizione. È anche gioia, perché è festa.
Tutto questo mercoledì non c’è stato, quest’anno c’è il verme; allora si è acceso il falò, ma senza gente – Pomaretto – o tutti distanziati, e niente bevande e niente cibi.
Una festa monca, forse più povera. Forse più vera.
È importante, oggi, festeggiare la Libertà.
Quella di pensare, innanzi tutto.

Falò a Pomaretto – 2014

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