‘E dàila. Tùrna fiùcà!’

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Ci si perdonerà il ricorso al piemontese per questa esclamazione. Il fatto è che di fronte a eventi inattesi, o meravigliosi, o del tutto inconsueti, i primi pensieri che ne derivano fluiscono alla mente nella lingua che per prima ci ha accolti, la lingua madre. Ecco il perché della nostra esclamazioni dialettale mercoledì mattina nell’affacciarci alla finestra.
Traduciamo. ‘Rieccoci. Di nuovo la neve!’
I meteorologi l’avevano detto: sarà ancora neve. Colpa di una capatina a casa nostra dell’aria del Polo Nord.
L’aveva detto pure Marina, la nostra amica russa, che di neve se ne intende.
Ma noi niente: figurati se nevica ancora dopo questa ondata di caldo, appena un po’ attenuata in occasione della Pasqua; al massimo, pensavamo, viene un po’ di pioggia.
Così quando martedì sera il cielo s’è riempito di vento e si è scatenata un’allegra tempesta di neve, siamo caduti, come si suol dire, dal pero.
Farà una spolverata… abbiamo perseverato tra noi e noi.
Ancora no, al mattino dieci centimetri di neve e quattro gradi sotto zero.
Non fosse che siamo appassionati cultori del calendario, e pure per via di alcune macchie verde tenero decisamente fuori luogo in un paesaggio di neve, avremmo pensato d’essere a Natale, o lì attorno.
Bello affascinante da ammaliare gli occhi.
Mentre il vento giocava nel sole con la leggera polvere di neve.
L’unico a provare disappunto, probabilmente, il ciliegio che, per portarsi avanti nel lavoro, s’era coperto di fiori: incantevoli incastonati nella neve, veri gioielli, ma quasi certamente addio alle ciliegie.
Un po’ più in basso, l’acqua del torrente correva come nulla fosse accaduto, ma il suo mondo era chiaro di violentissima luce di neve, che s’era divertita a ricamare le foglie tenere, appena abbozzate, dei cespugli e degli alberi più solerti ad indossare l’abito di primavera. E ogni sasso aveva il suo cappello.
Che bello il torrente in tenuta primaverile con abito invernale.
Così bello da far dimenticare che la neve tardiva qualche guaio lo procura sempre.
Così bello da far tornare bambino anche chi di anni ne ha abbastanza per piegarlo verso il suolo.
Così bello perché soltanto acqua e neve assieme possono disegnare tanta meraviglia sotto il cielo.
Magari non mangeremo le ciliegie, ma godersi la bellezza della neve sulle foglie color pisello appena nate, val pure un piccolo sacrificio.
Nella speranza che da domani, però, arrivi davvero la primavera.

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