Pra del Funs

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(Immagini di L. Ribetto)

Una conca verde di prati, quasi una buca, dolce, contornata per tre lati dai larici e per il rimanente aperta verso sud, per lasciare passare il sole. A nord le pendici rocciose e altissime dell’Albergian; un po’ più a est un leggero poggio a contenere la conca e a nascondere la Val Chisone; ma basta qualche passo per scorgerla, affacciandosi quasi a un balcone, di fronte alle strutture oggi alberghiere, un tempo sanatoriali ospedaliere, di Prà Catinat.
È Pra del Funs, ai confini tra i comuni di Usseaux e Fenestrelle.
Salendo dal Laux, oltre la strada carrozzabile, percorso un bel tratto su sentiero, lasciata la via che conduce al Colle dell’Albergian, deviando a sinistra, dopo breve discesa si giunge a un ruscello, grande in primavera, timido e delicato ora che tramonta l’estate. Dopo l’acqua si sale di nuovo.
Un tronco di larice segnato dal tempo ma vivo a destare meraviglia per la sua bellezza scolpita nel legno, prelude alla bergeria, casa estiva per mucche e pastori. Appare poco alla volta: il tetto, poi piano piano col procedere dei passi, i muri, in pietra. È adagiata nell’unico pezzetto pianeggiante di prato.
Pra del Funs è uno di quei posti che non si riesce a descrivere come vorrebbero gli occhi e il cuore. È un posto che occorre vedere per capire; è un pugno di terra unico, un grumo prezioso di prati con una vecchia costruzione per il ricovero delle mucche che nella bella stagione salgono in quei luoghi.
Lì il vento ha difficile accesso e la colonna sonora è assicurata da una fontana che zampilla presso la bergeria. Quando non ci sono gli animali regna il silenzio, e l’orizzonte ristretto fa quella terra a misura d’uomo, cullandolo nei suoi pensieri e nei suoi sogni.
Perché quel luogo ha un po’ della favola, cui contribuiscono due casette fatte di tronchi, recenti e dal sapore esotico ma carine, costruite un po’ più in alto della casa delle mucche.
Se il larice presso il ruscello porta i segni del tempo, molte pietre della bergeria portano i segni dell’uomo: incisioni di vario tipo, nomi, date, iniziali, spesso difficili da interpretare perché antiche; narrano la storia del luogo.
Curiose. Ciascuna ha richiesto tempo e perizia. Erano moderne e attuali quando furono scolpite ed ora sono difficili da capire. Perché il tempo è corso.
La pietra ha fermato il tempo quando l’uomo l’ha scolpita per tramandare il suo pensiero lontano, che giungesse ai figli dei figli. Una sorta di splendida magia – quella della scrittura – a un alto prezzo: attorno a quelle mura il tempo ha continuato la sua corsa e lentamente le iscrizioni hanno chiuso, come in uno scrigno, il loro significato profondo, che nessuno possa più scoprirne i segreti. Oggi dicono poco quei nomi e quelle iniziali, se non che il tempo, il loro tempo, è fuggito.
Riflessioni.
Forse sogni e nostalgie, cullate dal piccolo mondo di Pra del Funs.
Forse sciocchezze.
Ma la vita è fatta anche di queste cose.
Che la fanno più bella.

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