W i Franceschi

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Asino

Per una volta ci si perdonerà se parliamo di una ricorrenza passata da quasi una settimana, lunedì 4 ottobre scorso. ‘Giornata mondiale degli animali’. Il nome originale, ovviamente in inglese, ‘World animal day’.
Istituita nel 1925 dal tedesco Heinrich Zimmermann, la festa fu riconosciuta a livello mondiale nel 1935, facendola coincidere con il giorno di San Francesco.
Se ne parla pochissimo ed è molto meno nota delle varie feste della mamma, del papà, dei nonni, dei fantasmi e di quant’altro può servire a spillare denaro. A fare crescita e sviluppo, insomma.
Ne parliamo noi, aggiungendovi alcune considerazioni.
La ricorrenza nasce in Germania, dove pochi anni dopo sarebbe esplosa la più terrificante delle organizzazioni criminali umane. Il bene e il male supremo.

Pernice bianca

Quasi un secolo fa già si sentiva l’esigenza di proteggere le specie animali a rischio di estinzione.
Nemmeno abbinarla a una festa religiosa, San Francesco, servì a renderla popolare, almeno in Italia: come dire che pensare agli altri, compresi i nostri figli, veri proprietari del mondo, non è mai interessato molto.
È singolare notare come Francesco, l’attuale pontefice, sia stato il primo, tra i potenti della Chiesa, a interessarsi della salute dell’ambiente con l’enciclica Laudato sì del 24 maggio 2015, per altro fatta passare quasi sotto silenzio dalle nostre faziose, noiose e ripetitive fonti informative.
Nata per difendere le specie a rischio, che nel frattempo sono aumentate a dismisura, la Festa degli Animali – lasciateci chiamarla così – ha assunto mille sfaccettature: degli animali domestici, cani e gatti, degli animali torturati negli allevamenti e nei mattatoi, di quelli usati come giocattoli e oggetti, di quelli che tuttora liberi rischiano di restarlo ancora per poco.

Salamandra pezzata

Siccome anche gli umani, piaccia o meno, fanno parte del regno animale, vorremmo aggiungere anche Festa degli Uomini. E per semplificare aggiungiamo, Festa dei Diritti, di tutti, a vivere serenamente, con dignità, ciascuno nella propria casa senza che qualcuno la distrugga.
Certo questi principi cozzano con quelli dello sviluppo e della crescita – materiali – ad ogni costo.
Si tranquillizzino, tuttavia, i potenti che perseverano sulla strada dell’attuale sviluppo (in)compatibile: non scriviamo animati da principi di bontà, ma semplicemente da interesse personale. Quindi possiamo capirci. In un mondo semplificato e decotto, globale, staremmo male anche noi e, prima o poi, anche loro. L’ha detto pure una ragazzina, con un semplice, geniale e perforante bla-bla-bla.
Per chi riesce a intendere. E nel mucchio dei sordi mettiamo anche noi, non soltanto i potenti.
Viva gli animali, dunque. Non come inferiori che ci tocca difendere per compassione, ma come attori pari a noi in dignità e diritti, come partecipi della bellezza che ancora, nonostante tutto, ci circonda.
Infine, viva Francesco e San Francesco.

Vairone