Solo gli animali

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Pian dell’Alpe e massiccio dell’Albergian

(Contributo fotografico L. Ribetto)
L’inverno inizierà poco prima di Natale, il 21 dicembre.
In alta montagna però è già presente. Basta una giornata nuvolosa per toccarlo con mano: freddo e a tratti nevischio, fiocchi minuti portati dal vento, sono sempre più frequenti.
Soprattutto, sono le marmotte a dirlo: scomparse nelle loro tane con entrate ben tappate da erba secca. Lo dice anche l’aquila che pattuglia nervosamente le cime e i versanti alla ricerca di qualche pernice distratta, di qualche biancone disattento.
Tempi duri per tutti.
Anche per noi.
Pare che quest’anno avremo a farci compagnia la Niña, un fenomeno causato dai cambiamenti climatici di cui fanno finta di occuparsi i (pre)potenti della Terra. Per dicembre dovrebbe portarci un aumento della temperatura di circa 1-1,5°C con conseguente accesso sulle nostre teste di perturbazioni e abbondanti precipitazioni.
Vedremo.

Il Colle della Vecchia

Intanto eccolo qua a portata di mano l’inverno. Basta salire un po’, bastano un po’ di nuvole. Freddo e luce ferma, colori inusuali a ricamare le montagne, nebbiolina di fumi sulla pianura.
Il mondo sembra fermo, salvo qualche stelo mosso ogni tanto da un buffo di brezza.
Anche i camosci al pascolo sono quasi immobili: l’erba secca nutre poco e ne occorre tanta per sfamarsi; per adesso tutto bene, ma sembrano in attesa anche loro. La prossima stagione degli amori turberà tanta quiete, sarà un’ultima fiammata di vita e poi silenzio: regnerà la neve. Che su alcune vette è già comparsa, infarinando le rocce. È quella che raccoglie il vento per portarcela sul viso, per tenerci svegli e certi di non star sognando.

Camoscio

Si procede veloci sui sentieri, non c’è più nulla da cercare, da osservare, di cui meravigliarsi.
È il momento delle pietre: quelle chiare o bianche emergono dal suolo grigio, richiamano l’attenzione: i candidi quarzi, le verdi cloriti e le serpentine. Occhieggiano e ci ricordano la storia della terra, di quello che abbiamo sotto i piedi senza pensarci mai.
Improvvisa una viola montana: bellissima, conservata dal freddo. Succede, tra i fiori: autunno e primavera hanno ore di luce uguali e simili condizioni di temperatura, tanto che qualcuno sbaglia calendario e fiorisce.
Magari perché durante la bella stagione è stato reciso o danneggiato.
Un errore ad addolcirci gli occhi.
Ma adesso bisogna rientrare.
Le giornate sono corte e non siamo adatti a restare fuori col buio e col freddo.
La valle laggiù ci attende sonnacchiosa.
La montagna è soltanto più degli animali.

Viola montana

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