Lo scherzone

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Ieri era il 1° Aprile, giorno degli scherzi. Del pesce d’aprile. Da sempre.
Forse la tradizione è un po’ tramontata. Troppo prosaica per le odierne fini menti sottili e profonde.
Ma ai tempi andati di chi scrive, il 1° di Aprile era giorno topico, cerchiato di rosso sul calendario.
Il ricordo corre alla scuola elementare, oggi primaria; era giorno in cui, costi quel costi, bisognava attaccare un pesciolino di carta sulla schiena degli adulti, senza che ovviamente se ne accorgessero, così che poi andassero in giro esibendosi tra le risa di tutti.
Succedeva pure che qualcuno si scompisciasse dalle risa per il pesciolino che era riuscito a incollare sulla schiena di quel tale, senza sapere che qualcun altro aveva messo un pesciolone sulla sua, e che per quest’ultimo tutti ridevano come pazzi.
I più bravi puntavano addirittura alla maestra che, di buon grado, quel giorno, chiudeva un occhio, salvo poi, a un certo punto, proclamare che il gioco era finito. Senza possibilità di contradditorio.
I pesciolini di carta si preparavano il giorno prima. In bianco e nero poi ritagliati; i più volenterosi li facevano a colori, ma era una scelta non condivisa, perché in genere la vittima di turno, scoperto il fattaccio, distruggeva il pesce e dunque non valeva la pena farlo tanto bello, tanto artistico per poi vederlo ridotto a coriandoli.
Il pesce era il simbolo principale della festa, ma per assimilazione, qualsiasi scherzo, purché non dannoso – scherzo di mano scherzo da villano – andava bene. E ovviamente tutti, e tutto, potevano farlo, così che capitava che qualche adulto si lasciasse andare e partecipasse al gioco tornando per alcuni istanti bambino. Una magia.
Quest’anno ha partecipato pure il tempo, il meteo, alla saga. E grande com’è il tempo, ha fatto uno scherzo grande grande, uno scherzone: sereno splendente al mattino, così che chi avesse consultato le previsioni meteo che annunciavano neve per la serata fosse indotto a non crederci; poi, d’improvviso, a pomeriggio inoltrato, giù neve, nebbia con vento forte e persino tuoni. Tuoni e neve non li avevamo mai visti assieme. E nemmeno ne avevamo mai sentito parlare.
Insomma, il tempo ha preparato uno scherzo davvero grande, davvero da 1° Aprile.
Ci complimentiamo col tempo. Onore al merito. Ci ha sorpresi e stupiti.
Bravo, Signor Tempo; ci congratuliamo incondizionatamente.
Però ricordi che il 2 di aprile gli scherzi non valgono più, per il bis bisogna aspettare il prossimo anno.
Perché un bel gioco dura poco e, soprattutto, scherzo di mano scherzo da villano.
Se no che gioco è…